Lunedì 6 Maggio 2024

Il vescovo conservatore che sfidava il Papa

Morto monsignor Negri, amico di Benedetto XVI, è stato un oppositore di Francesco. Fu artefice della rinascita di Comunione e Liberazione

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di Cristiano Bendin

È morto l’altra sera, nella casa di cura ’Sacra Famiglia’ di Cesano Boscone (Milano), dove era ricoverato da alcuni giorni, monsignor Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio e a lungo esponente di spicco di Comunione e Liberazione. Aveva compiuto 80 anni il 26 novembre scorso. Spesso al centro di aspre polemiche per le sue posizioni giudicate conservatrici, è stato per anni punto di riferimento dell’ala cattolica italiana tradizionalista e più critica nei confronti del magistero di Papa Francesco.

Allievo e collaboratore di monsignor Giussani, negli anni Sessanta don Negri era entrato a far parte di Gioventù Studentesca ed è stato tra i protagonisti della crescita di Comunione e Liberazione. Nel movimento al quale aveva dedicato tutta la vita, tra discussioni e divisioni interne ha rappresentato fino agli ultimi giorni una posizione critica anche nei confronti della gestione di Julián Carrón, recentemente dimessosi da presidente della Fraternità di Cl. Considerato politicamente vicino al centrodestra, Negri è stato certamente un fiero oppositore del comunismo e non ha risparmiato critiche alla sinistra, specie sul tema dell’accoglienza dei migranti. Quando Berlusconi finì nei guai per il caso Ruby, l’arcivescovo dichiarò che "non si era mai vista una magistratura muoversi con la prepotenza con cui lo sta facendo oggi". E giù polemiche. Tra i primi messaggi di cordoglio, non a caso, quello del sindaco leghista di Ferrara, Alan Fabbri: "Lo ricorderò come grande esponente del pensiero forte che ha sempre sostenuto le proprie idee nella disponibilità al confronto, ma anche nella fiera determinazione del proprio credo". E Vittorio Sgarbi: "Era un illuminato. Gli altri parlano di uomini, lui parlava di Dio in tutta la sua grandezza".

Voce critica dentro la Chiesa, devoto di san Giovanni Paolo II e amico personale di Benedetto XVI, Negri appoggiò i dubia espressi da Carlo Caffarra e da altri cardinali a seguito della pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco nel 2016 e non ha mai nascosto la propria vicinanza all’ex Nunzio in Usa Carlo Maria Viganò. Ma monsignor Negri non fu solo polemiche e prese di posizione forti. Laureato in Teologia e per anni docente di Introduzione alla Teologia e Storia della Filosofia all’Università Cattolica di Milano, l’arcivescovo è stato autore di circa trenta volumi e quaranta saggi, che hanno avuto vasta eco internazionale.

Nominato vescovo di San Marino-Montefeltro il 17 marzo 2005, arrivò all’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio il 3 marzo 2013 dove è rimasto fino al pensionamento, nel giugno del 2017. "Gli anni ferarresi sono stati bellissimi e terribili" confessò al Carlino, anche in riferimento alle feroci polemiche sollevate da alcune intemerate. Come quella contro la movida molesta dei giovani, con il "sagrato del duomo ridotto a postribolo". In quell’occasione fu duramente attaccato dalla sinistra ma ebbe il merito di toccare per primo, con forza e coraggio, il tema dell’emergenza educativa dei giovani. Aperto al confronto, nonostante il carattere burberò, divenne amico del rabbino capo di Milano Giuseppe Laras, legatissimo al cardinal Martini. Le esequie, mercoledì 5 gennaio a Ferrara, saranno presiedute dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna.