"Il motto I Care di don Lorenzo Milani non è un generico “mi importa“, ma un accorato “m’importa di voi“, una dichiarazione esplicita d’amore per la sua piccola comunità; e nello stesso tempo è il messaggio che ha consegnato ai suoi scolari, e che diventa un insegnamento universale. Ci invita a non rimanere indifferenti, a interpretare la realtà, a identificare i nuovi poveri e le nuove povertà; ci invita anche ad avvicinarci agli esclusi e prenderli a cuore. Ogni cristiano dovrebbe fare in questo la sua parte". A dirlo il Papa (nella foto con il sindaco di Firenze, Dario Nardella) ricevendo in udienza il Comitato nazionale per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, presieduto da Rosy Bindi. Il Papa ha auspicato che la sua testimonianza e il suo messaggio "possano raggiungere tutti, in particolare le nuove generazioni".
"Con mente illuminata e cuore aperto don Lorenzo – ha osservato il Papa – comprende che anche la scuola pubblica in quel contesto era discriminante per i suoi ragazzi, mortificava ed escludeva chi partiva svantaggiato e contribuiva nel tempo a radicare le disuguaglianze. Si interroga su come la Chiesa possa essere significativa e incidere perché i poveri non rimangano indietro. Con saggezza e amore trova la risposta nell’educazione, mettendo la conoscenza a servizio di quelli che sono gli ultimi per gli altri, i primi per il Vangelo e per lui".