di Nina Fabrizio
ROMA
A quasi dieci mesi dallo scoppio delle ostilità, dopo continui appelli, richiami, decine di allocuzioni e preghiere elevate, l’invio di aiuti ed emissari, incessanti tentativi di proporsi per una mediazione e da ultima la pubblicazione di una quasi enciclica di pace dedicata all’Ucraina, a Papa Francesco non restavano forse che le lacrime. Quelle che ha strozzato ieri e che gli sono finite in un groppo in gola durante l’omaggio alla Madonna in piazza di Spagna per la festa dell’Immacolata. Appuntamento tradizionale della devozione mariana, ridotto in due anni di pandemia a una breve supplica da solo alle prime luci dell’alba, ieri invece tornato ai numeri e alla partecipazione dei giorni migliori.
Ma per Francesco si è trattato di un’uscita amara che per la prima volta ha visto il volto di un Pontefice così rigato dalle lacrime. "Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino per la pace che da tempo chiediamo al Signore..". La voce si interrompe, il capo si china. Tutta la piazza resta attonita per qualche lungo istante. In un silenzio carico di drammaticità rimbomba solo il suo singhiozzo. Infine, un applauso spezza la tensione. Francesco riprende la preghiera composta di suo pugno: "Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata, che soffre tanto. In realtà noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo figlio. Grazie, madre nostra! Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare che sull’odio vinca l’amore, sulla menzogna vinca la verità, sull’offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace!". Conclusa l’orazione, in piedi, agevolato da un bastone, viene intercettato da un gruppo di giornalisti cui spiega la sua commozione: "La guerra è un dolore grande, grande..una sconfitta per l’umanità. Preghiamo...".
L’omaggio dell’Immacolata si conclude in un momento in cui la diplomazia vaticana è di nuovo al palo dopo aver tentato diversi “abboccamenti” sia nei confronti dell’aggressore russo, sia nei confronti degli Stati Uniti, consapevoli come si è, oltre le Mura leonine, che senza un accordo tra Mosca e Washington, le armi non taceranno mai. Francesco desiderava farsi pellegrino di pace prima a Mosca bussando direttamente alla porta dello zar Vladmir Putin. E poi a Kiev per distribuire a piene mani carezze al popolo martoriato e sofferente. Da Putin ha ricevuto però soltanto “niet”, e anche l’amministrazione Biden, nonostante gli ottimi rapporti che si erano impostati all’inizio tra il presidente cattolico e lo stesso Papa Francesco, non ha finora risposto alle proposte inviate dalla Santa Sede. Il Natale senza speranza degli ucraini, disillusi dalla possibilità di un cessate il fuoco e pure di una tregua che non si è avverata nemmeno la scorsa Pasqua, si avvicina e gli spazi di manovra per il Pontefice argentino sembrano sempre più restringersi. Anche i suoi vibranti appelli e le condanne martellanti contro l’escalation di armamenti appaiono cadere nel vuoto.