di Nina Fabrizio
CITTà DEL VATICANO
Venti minuti di colloquio come da tabella. Zero commenti all’uscita, solo il volto ostentatamente sereno dell’ex segretario storico di Benedetto XVI. Sembra fatta stavolta per la futura collocazione di monsignor Georg Gaenswein, fidatissimo collaboratore di papa Ratzinger per nove anni di pontificato e altri dieci da emerito. Sfumata l’ipotesi della nunziatura in Costa Rica, Gaenswein, arcivescovo di grado ma già ‘dimezzato’ da papa Francesco quando formalmente era il capo della prefettura della Casa pontificia, è dato prossimo a ricoprire il ruolo sui generis di arcivescovo di Vaduz, nel Liechtenstein, una specie ’gran cortigiano’ dei cattolicissimi principi del piccolo ma a suo modo influente, staterello germanofilo.
Una collocazione che appare per certi versi naturale a quanti hanno sempre notato la predilezione di Gaenswein per case regnanti, principati, ed alta società ma che certo non ‘premia’ aspirazioni di carriera, anzi. Già alla morte di Benedetto XVI a fine dicembre scorso, a margine delle esequie ’quasi’ di stato, il presidente della conferenza episcopale tedesca monsignor Baetzing con parole diplomatiche ma sguardo eloquente aveva fatto capire che un ritorno nelle fila della Chiesa tedesca di Gaenswein, incardinato nella diocesi di Friburgo, non era affatto gradito. Poi il segretario di stato vaticano il cardinale Pietro Parolin aveva tentato di mediare individuando nella nunziatura del Costa Rica una destinazione per don Georg che comunque non ha una formazione da diplomatico.
Ma Francesco non era convinto. E hanno pesato anche le esternazioni irrituali di Gaenswein in questi cinque mesi di ’decantazione’, clamorosa quella di neanche un mese fa quando ha affermato che non pochi cardinali sarebbero stati a loro agio con l’elezione del conservatore (e favorito di Ratzinger) Angelo Scola a successore di Benedetto. Ora per Goerg, dopo il ‘confino’ nel monastero Mater ecclesiae al seguito di Ratzinger, sembra pronto un nuovo confino tra i monti di Vaduz, diocesi che dipende direttamente dalla Santa sede. Lapidario comunque il commento a caldo oltre le Mura leonine, "Sarebbe una umiliazione per lui, Gaenswein non accetterà mai!"