Lunedì 16 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Il killer e il giallo dell’hotel. Gli psicologi: in cella era equilibrato

De Maria era una persona totalmente equilibrata, senza scompensi psichici, e che in ambito lavorativo, nella sua attività all’hotel Berna,...

De Maria era una persona totalmente equilibrata, senza scompensi psichici, e che in ambito lavorativo, nella sua attività all’hotel Berna,...

De Maria era una persona totalmente equilibrata, senza scompensi psichici, e che in ambito lavorativo, nella sua attività all’hotel Berna,...

De Maria era una persona totalmente equilibrata, senza scompensi psichici, e che in ambito lavorativo, nella sua attività all’hotel Berna, si era costruito anche delle relazioni affettive. È così che dagli educatori e psicologi del carcere di Bollate veniva descritto Emanuele De Maria, il detenuto di 35 anni ammesso al lavoro esterno e che in quarantotto ore, lo scorso fine settimana, ha ucciso una collega barista, ha tentato di uccidere un altro dipendente e si è tolto la vita gettandosi dal Duomo di Milano.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, attraverso la Corte d’Appello di Milano, ha chiesto di avere una relazione urgente da parte del Tribunale di Sorveglianza sul caso e gli atti sull’ammissione del 35enne al lavoro esterno. E dalle carte che gli ispettori acquisiranno emerge che De Maria si era ravveduto e si stava reinserendo nella società. Osservazioni contenute in due relazioni dell’équipe di psicologi ed educatori, firmate dalla direzione del carcere milanese una del 2023 e l’altra del 2024, e nel provvedimento di poche righe della giudice Giulia Turri che, sulla base di quelle relazioni, ha dato l’ok. Nel primo documento il carcere aveva segnalato che De Maria, condannato a 14 anni e 3 mesi in abbreviato per un femminicidio, era una persona collaborativa, che aveva dato segni di resipiscenza, iniziato a studiare e dato anche due esami universitari.