Sabato 9 Novembre 2024

Il governo riscrive le regole sui rave Ma conferma la pena di sei anni

La stretta sarà limitata solo ai mega raduni musicali abusivi. Possibile intercettare gli organizzatori. Rimane l’emendamento di Forza Italia che vieta di fatto ai pm di ricorrere contro un’assoluzione

Il decreto rave era troppo generico e rischiava di poter essere applicato a manifestazioni ed occupazioni che nulla hanno a che fare con i rave, e così, dopo le critiche, il Governo ha deciso di cambiarlo. L’emendamento del Governo al decreto legge anti rave, depositato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, limita la ‘stretta’ solo ai raduni musicali.

Non ci sarà il nuovo articolo che doveva essere il 434 bis, ma si amplierà la fattispecie prevista nell’art.633 (dando vita al 633-bis) quello al quale si ricorre già ora per sanzionare i mega-raduni. Il reato, nella sua nuova stesura, prevede che "chiunque organizzi e promuova l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento", quando "dall’invasione derivi un concreto pericolo" per la salute o l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene", sarà punito con una pena dai 3 ai 6 anni. Oltre a una multa da 1.000 a 10.000 euro. Si diversifica poi la responsabilità tra chi organizza il Rave e chi vi partecipa. La pena massima non cambia, il che dà la possibilità di fare le intercettazioni. Salta invece il riferimento al numero dei partecipanti (prima si parlava di 50 persone) e si prevede la confisca di tutto, anche dei profitti.

Da notare che per ora rimane l’emendamento presentato da Forza Italia che prevede l’impossibilità per il Pm di fare ricorso in caso di sentenza di assoluzione. Ha passato il vaglio di ammissibilità in Commissione Giustizia del Senato e votato giovedì prossimo. L’emendamento è ammissibile perchè il dl interviene anche sulla riforma Cartabia. Teoricamente dovrebbe essere condiviso da tutto il centrodestra, ma così non è: FdI e Lega sono perplessi. Sul suo esito pende quindi una spada di Damocle.

"Una legge scritta bene – ha commentato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio – è una legge di facile applicazione, possiamo fare una certa autocritica per gli ultimi provvedimenti, nessuno è perfetto. Si può sempre rimediare, come abbiamo fatto con l’emendamento che il governo ha proposto sui rave party". Ma le opposizioni non sono soddisfatte. "Il nuovo emendamento presentato sui Rave – osserva da parte sua la senatrice VerdiSinistra Italiana, Ilaria Cucchi – non cambia la sostanza. Rimane il reato, si mantiene la pena fino a 6 anni, con custodia cautelare e intercettazioni, si lascia nelle mani del giudice la valutazione sul numero minimo di partecipanti e sulle situazioni in cui ricorre il pericolo".

Alessandro Farruggia