Giovedì 16 Maggio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Il Covid blocca di nuovo l’Europa. Spagna e Francia, migliaia di infetti

Sanchez schiera l’esercito. E la Germania chiede test e quarantena per chi torna da Parigi e Provenza.

Migration

"L’evoluzione della curva della pandemia è preoccupante" ammette il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, che mette a disposizioni delle regioni 2mila militari per il tracciamento dei casi e scagliona la riapertura delle scuole dal 4 al 28 settembre. In Spagna – che ha ormai 423mila casi e quasi 29mila morti – i nuovi positivi ieri sono stati 2.415, in aumento dai 2.080 di lunedì benché meno dei 3.950 di domenica. I morti sono 52 e oltre un terzo dei casi, 768, è nella regione di Madrid, dove ci sono quartieri come Puente de Valleca e Usera che hanno un tasso di contagio nell’ultima settimana superiore a 400 per 100mila abitanti e oltre 700 nei 14 giorni. Altissimo. Tra le altre regioni più colpite ci sono Catalogna, Paesi Baschi, Andalusia, Aragona e Navarra e Baleari.

Per capirsi, la Spagna – dati Ecdc aggiornati a ieri – ha un tasso medio di 127,7, stratosferico rispetto all’Italia che ne ha uno di 15,7. Nella classifica europea dell’Ecdc seconda è Malta (ieri +38) che ha un tasso di 123,6. Seguono il Lussemburgo con 94,2, la Romania (ieri 1.060 casi e 58 morti) con 86,4, la Francia con 68,2, che precede la Croazia (+219 ieri) a 65,3, il Belgio a 52,9, l’Olanda a 45,8, l’Austria a 38,7 e la Svezia a 36,6. Proprio la Francia – 248mila positivi totali e 30.528 morti – ha toccato ieri 3.304 casi (a fronte di un 1.955 lunedì e il record di 4.897 domenica) e 16 decessi, ha come la Spagna l’epidemia in ripresa e, vista anche la sua grandezza, è l’altro punto critico. Non a caso, ieri il presidente Emmanuel Macron ha riunito il Consiglio di Difesa all’Eliseo. L’Ile de France – dove sorge Parigi – e la regione ad alta vocazione turistica della Provenza-Alpi-Costa Azzurra (a Marsiglia il tasso di positività tocca 145 su 100mila abitanti) sono state riclassificate ieri "zona attiva" e la Germania le ha messe tra le zone a rischio e ora richiede test e quarantena in attesa dei risultati.

Lo stesso aveva fatto la Gran Bretagna il 15 agosto, subito ricambiata dalla Francia per ritorsione. Da notare che la Gran Bretagna ha già registrato 327mila casi e 41mila morti ma ha un tasso che è sceso a 22,5 (pur sempre il doppio del nostro) e ieri ha registrato 1.184 casi e 16 vittime. La Germania invece ha 236mila casi totali ma solo 9.277 vittime e un tasso di contagio che è sceso a 20,3. Con una situazione così complessa i divieti si intersecano in mezza Europa. Basti pensare che la Gran Bretagna ha chiuso alla Spagna dal 26 giugno e al Belgio dall’8 agosto, e il Belgio – che ha un tasso di positivi del 52,9 e ieri ha avuto 156 casi a fronte dei 574 di lunedì – ha chiuso a gran parte della Spagna, imponendo nel frattempo misure severissime di distanziamento sociale, soprattutto ad Anversa e nelle Fiandre. Alle porte dell’Ue va ricordato che c’è la Russia che è stabilmente oltre i 4mila casi (ieri +4.696) e tassi elevati si registravano anche ieri in tutta l’Est Europa, dalla Ucraina (+1.658 casi e 27 morti), alla Romania (+1060 e 58 morti), alla Polonia (+763 e 17 morti), alla Moldova (+530), alla Bosnia (+297).

Da notare che la Grecia ha registrato ieri 283 casi e ha un tasso per 100mila abitanti di 28,6: due volte e mezzo il nostro, certo, ma incommensurabilmente inferiore a quello della Francia. Eppure i viaggiatori che vengono da Oltralpe – a differenza di chi giunge da Grecia, Croazia, e, giustamente, Spagna e Malta – restano dispensati, al pari di Belgio e Olanda, dai tamponi obbligatori all’arrivo. Una scelta che potremmo pagare cara.