di Ettore Maria Colombo
"Facciamolo insieme – dice Elly Schlein –. Io insieme a voi voglio diventare la segretaria del nuovo Pd!". E qui scattano l’urlo liberatorio di ‘Bella ciao!’, i pugni chiusi, l’emozione calda, nonostante il clima da freddo inverno romano. Elly Schlein dimostra buone doti oratorie, sa muoversi tra gli slogan e le astuzie della politica. Si presenta, innanzitutto, al Monk, locale assai noto nella scena musicale "indie" romana che sta al quartiere di Portonaccio, a due passi dalla stazione Tiburtina, molto fuori dalla Ztl. Un ritrovo della sinistra alternativa, tra capannoni e fabbriche dismesse, ma tutt’altro che ‘proletario’.
Sedie disposte a circolo, piccolo leggio al centro, anche il pubblico presente è da ceto medio riflessivo: persone canute, di mezz’età, mischiate a vari under 40, stile Sardine, non a caso numerose. I militanti e simpatizzanti (pochi gli iscritti al Pd) stanno dentro, al caldo, non si perdono una parola del discorso di auto-investitura di Elly Schlein. Gli ambasciatori e plenipotenziari delle correnti che ne appoggiano la corsa stanno fuori, a fumare e disegnare scenari.
Elly mostra un volto fiero, battagliero ("Siamo un’onda, non una corrente, gli ‘schleiniani’ non esistono a causa del cognome"), ma le correnti l’appoggiano. Anzi, è lei la vera candidata da battere, almeno al primo giro, le primarie tra gli iscritti, per la prima volta aperte anche agli iscritti dell’ultima ora. Lei per prima, da anni senza più la tessera del Pd, si iscriverà questa settimana.
Dario Franceschini (Area dem) è il main sponsor: ieri c’erano il fidato Alberto Losacco e la moglie, giovane neo deputata, Michela De Biase. Sarà lei la portavoce della mozione Schlein mentre il coordinatore potrebbe diventare Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, per sottrarre pezzi di sindaci e centro Italia a Bonaccini. Andrea Orlando sta per fare il grande passo e appoggiare ufficialmente la corsa di Elly. Giuseppe Provenzano, ieri in prima fila, lo ha già fatto. Come Laura Boldrini, Erasmo Palazzotto (ex di LeU, poi passati al Pd) e Articolo Uno di Roberto Speranza. Ieri, il suo coordinatore Arturo Scotto ha portato il peso di un ex partito già diventato corrente: gli iscritti ad Articolo 1 votano. Poi ci sono gli zingarettiani, pure loro convinti, e ieri presenti con Marco Miccoli, Marco Furfaro, Cecilia D’Elia, nonché ufficiali di complemento dei lettiani. L’asse Zingaretti-Letta-Franceschini-Orlando-Provenzano, lo stesso che ha garantito l’elezione degli ultimi due segretari (Zingaretti alle primarie, Letta in Assemblea) è tutto con lei, con Elly. Bonaccini avrà vita dura, nei circoli. Alle primarie aperte si vedrà, è tutt’altra gara.
Ma che partito ha in mente, la pasionaria Elly? "Un nuovo Pd dal profilo e dall’identità chiara", tutto spostato a sinistra, contro "il neo liberismo", radicalissimo sui diritti civili e pure quelli sociali ("diseguaglianze, clima e precarietà le tre sfide"): ricorda più un partito radicale di massa che il Pd. Schlein, non a caso, non critica mai i 5Stelle, difende il reddito di cittadinanza, attacca Renzi a muso duro per le sue "scelte scellerate" (Jobs Act in testa) e, si capisce, si scaglia contro la Meloni.
Tra tanti momenti di commozione (comprensibile quello per l’attentato alla sorella) e tanti applausi, il ‘noi ci siamo’ di Elly nasconde l’altro ‘noi’, quello delle correnti e dei big dem. Tutti con lei.