Il capo della Formula 1 "Qui è dove sono nato: non si poteva correre dopo questa tragedia"

La scelta di Stefano Domenicali: lo spettacolo non può sempre andare avanti "Sarebbe stato un insulto al buon senso, ho amici che hanno perso tutto".

di Leo Turrini

"Non è vero che the show must go on, non è vero che lo spettacolo deve andare avanti comunque. Imola è la mia città, è casa mia. So cosa rappresentano i motori per la mia gente. Decidere quindi di annullare il Gran Premio è stato davvero doloroso. Ma non avevo alternative. Ora la nostra terra, l’Emilia Romagna, deve dedicare ogni energia alla ricostruzione. Alle emozioni della velocità ripenseremo quando avremo ritrovato il sorriso".

Stefano Domenicali, classe 1965, è il capo della Formula Uno. Ma è anche, se non soprattutto, un uomo tenacemente legato alle origini, alle radici. Dell’Emilia e della Romagna conosce ogni angolo. A Imola la culla, a Maranello la popolarità in Ferrari, a Sant’Agata Bolognese la consacrazione in Lamborghini. Ed è ovviamente stato lui a voler fortissimamente, nel 2020, il ritorno del Gran Premio sulla pista dedicata ad Enzo Ferrari e al figlio primogenito Dino.

"Ho sperato fosse possibile salvare l’evento -sospira- Sono arrivato in anticipo da Londra, dove vivo, per verificare di persona la situazione. Ma non c’erano proprio le condizioni".

Gli stranieri come l’hanno presa?

"Hanno capito. Nessuno voleva aggiungere disagio alla sofferenza. Per le scuderie sarebbe stato un problema persino raggiungere il circuito, con le loro bisarche. E immaginare di accogliere la folla dei tifosi in un contesto devastato era un insulto al buon senso".

Per la F1 la rinuncia a una gara per causa di forza maggiore è un evento senza precedenti, o quasi.

"Sì, a memoria ricordo l’annullamento in extremis della corsa in Australia, a marzo 2020. Era appena scoppiato il Covid".

Qui è stata una catastrofe ambientale.

"Un disastro, davvero. Per fortuna i miei genitori abitano in una zona abbastanza riparata. Ma so di meccanici di Faenza, i ragazzi che lavorano per la ex Minardi, oggi denominata Alpha Tauri, che hanno perso tutto".

Sarà recuperata la tappa di Imola nel calendario di questa stagione?

"Difficile, molto difficile, anzi, praticamente impossibile. Abbiamo un campionato lungo e intenso, dopo Imola erano e sono previste in sequenza, senza soste, Montecarlo e Barcellona…"

Che peccato, però.

"Purtroppo sì. In pratica con Imola la Formula Uno riscopriva l’Europa, la sua dimensione più tradizionale. Ma mi ripeto: abbiamo fatto la scelta giusta, in segno di rispetto nei confronti delle popolazioni locali".

L’imolese Domenicali rivedrà Imola nel 2024.

"Sì, sperando sia l’occasione per celebrare la rinascita della mia, della nostra terra".