di Maddalena De Franchis
Franco Gattinoni è il presidente della Federazione turismo organizzato di Confcommercio, associazione che riunisce circa 2mila tra agenzie viaggio e tour operator in tutto il Paese. Il settore sta vivendo una fase di sicuro rilancio dopo le secche del Covid, eppure pesano alcune importanti criticità: da un lato, il caos nei cieli, con continui ritardi e cancellazioni dei voli; dall’altro, i rincari smisurati dei biglietti aerei.
Gattinoni, quali scenari vi attendete per i prossimi mesi?
"Stiamo vivendo un momento delicato e carico di aspettative. Com’è emerso da una recente indagine fra i nostri associati, il principale ostacolo al nostro desiderio di ripartenza è proprio il rapporto con le compagnie aeree, in particolare con le cosiddette low cost".
Che intende dire?
"I numeri parlano chiaro: il 95,1% degli operatori intervistati sostiene di aver fronteggiato disservizi legati a voli cancellati ai propri clienti nell’ultimo anno. Il 76,3% ha registrato disagi per voli partiti in forte ritardo. Solo nel 30,5% dei casi le compagnie, in caso di cancellazione, hanno offerto riprotezione su altri vettori: non dimentichiamo che i vettori sono tenuti alla riprotezione, è un obbligo sancito dalla Carta dei diritti del passeggero. Oltre il 36% delle nostre agenzie ha dovuto ricorrere a un legale per far valere i diritti dei clienti o recuperare le somme anticipate".
Quali compagnie hanno creato i maggiori problemi?
"Le low cost, naturalmente: non collaborano con il resto della filiera, tengono in ostaggio determinate tratte, o interi aeroporti, cambiando di continuo e senza preavviso la programmazione dei voli, oltre a praticare tariffe ormai alle stelle. Non le chiamerei più ‘low cost’, ma semplicemente ‘low service’ (letteralmente, “servizio carente“, ndr)".
Quali potrebbero essere le soluzioni?
"Siamo pronti a sederci a un tavolo, assieme alle istituzioni e a tutti gli attori coinvolti, per ripensare la strategia complessiva di gestione del trasporto aereo. Occorre intervenire urgentemente con controlli più severi, per evitare che, alla lunga, i passeggeri si stanchino e finiscano per rinunciare a viaggiare".