Mercoledì 24 Aprile 2024

I due amici freddati. "Colpi sparati per uccidere"

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Vincenzo Palumbo, l’autotrasportatore di 53 anni accusato di aver ucciso a colpi di pistola a Ercolano Giuseppe Fusella, di 26 e Tullio Pagliaro, di 27 dovrà stare in carcere. Lo ha deciso il gip di Napoli, Carla Sarno, che ha disposto la misura cautelare al termine dell’udienza di convalida. Il giudice non ha convalidato il fermo: ha ritenuto sussistente la reiterazione del reato e, invece, non sussistente il pericolo di fuga.

Palumbo ha sparato, uccidendo, perché ha scambiato i due giovani per ladri: ma dal delitto alla telefonata al 112 passano 26 minuti. L’uomo è stato ascoltato in carcere a Poggioreale per due ore dal giudice, alla presenza dell’avvocato. "Ha sparato undici colpi verso la Panda, che era in moto e si stava allontanando, dal balcone del suo appartamento che è sopraelevato dalla strada di 2-3 metri, dall’alto verso il basso e puntando verso l’autovettura: la visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza dimostra", come scrive il gip di Napoli nell’ordinanza, "che le due vittime non potevano avere scampo". Palumbo ha riferito di essere stato svegliato dall’antifurto della sua abitazione, che scatta e si attiva quando c’è una violazione del perimetro. Ma, quella sera, "l’antifurto non era scattato sicché non risulta che si fossero avvicinate persone alla porta d’ingresso di casa del Palumbo", scrive il gip. La giudice Carla Sarno ancora annota: "È evidente la volontà di Palumbo di colpire e uccidere a freddo sia il conducente che il passeggero dell’auto. La ricostruzione dei fatti denota un’incontrollabile aggressività, nonché un’allarmante pervicacia nell’intento delittuoso. La freddezza del gesto è immortalata nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza. In più, la determinazione nel portare a termine il duplice omicidio è rivelatrice della caratura criminale del Palumbo e della sua personalità del tutto fuori controllo, pur assenza di procedimenti penali".

La direzione e il numero dei colpi sparati – si legge nell’ordinanza – "non lasciano in alcun modo ipotizzare una volontà difensiva del Palumbo", qualificato come "abile tiratore", avvezzo all’uso delle armi in quanto cacciatore e titolare di regolare porto d’armi. Il 53enne quindi "ben avrebbe saputo come sparare a salve, se solo avesse avuto quell’intento".