Roma, 7 marzo 2024 – Riesplode la guerra dei taxi, con l’Antitrust che bacchetta i Comuni che procedono a rilento nelle gare per le nuove licenze. L’ennesimo scontro al calor bianco che arriva proprio alla vigilia dello sciopero dei servizi pubblici che domani, nel giorno della festa delle donne, creerà non pochi problemi per chi dovrà prendere un treno o viaggiare su autobus o metropolitane. Una protesta che coinvolge una decina di sigle sindacali e che partirà dalla mezzanotte di domani fino alle 21. In particolare, per le Fs, saranno garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 (come da orario ufficiale di Trenitalia). L’agitazione sindacale potrà comportare modifiche al servizio anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione. Dai treni ai taxi il passo è breve.
A far salire la tensione è stata una dura missiva dell’Antitrust diretta ai sindaci delle principali città italiane. Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, infatti, c’è una "strutturale insufficienza delle licenze per soddisfare la domanda (che genera un numero molto elevato di richieste inevase e tempi di attesa eccessivamente lunghi)" ma anche "una diffusa inerzia dei Comuni nel richiedere alle cooperative di taxi le informazioni necessarie a verificare l’adeguatezza del servizio, con esiti negativi in termini di rilevazione e correzione tempestiva di eventuali criticità" oltre a "un’eccessiva rigidità del regime dei turni". A far scattare l’allarme soprattutto la lentezza con la quale i sindaci si stanno muovendo per aumentare licenze. Il Decreto legge asset varato a fine 2023 prevedeva procedure semplificate per accelerare i bandi e aumentare di almeno il 20% il numero dei taxi in circolazione. Per ora solo poche città hanno risposto all’appello. A Roma, il Campidoglio metterà a bando mille nuove licenze permanenti e 500 nuove licenze stagionali. Roma Capitale sta seguendo la procedura "standard" e non quella semplificata prevista dal dl Asset: la nuova norma, per il sindaco Gualtieri, è poco conveniente. Con la procedura standard infatti il provento delle nuove licenze si divide all’80% ai tassisti detentori delle precedenti licenze e al 20% alle casse comunali. Con la procedura del dl Asset invece il 100% va ai tassisti. Il costo medio per licenza si attesta sui 136mila euro. A Milano nelle prossime settimane sarà pubblicato il bando per 450 nuove licenze e seconde guide, con un costo medio di 96mila euro. A Bologna si utilizzeranno le procedure semplificare per mettere a gara altre 72 licenze. A Firenze e Torino si è scelta invece la strada di un accordo con i tassisti per aumentare le corse. Mentre altre città, come Genova e Napoli, almeno per il momento non prevedono incrementi. La strigliata dell’Antitrust potrebbe ora dare un’accelerata alle gare per le nuove licenze.
I consumatori esultano. Per il Codacons, l’Autorità "ha accolto le nostre denunce ma non basta: servono sanzioni verso i sindaci che non aumentano le licenze a fronte dell’inadeguatezza del servizio". Di tutt’altro avviso i sindacati delle auto bianche, che insorgono e parlano di "interventi dell’Antitrust a orologeria: ogni qualvolta inizia una discussione su come migliorare il servizio o su come riuscire a regolamentare in chiave anti abusivismo il settore, l’Antitrust interviene a gamba tesa".