Domenica 5 Maggio 2024

Gli indios, l’Amazzonia e il killer Il giallo del reporter scomparso

Dom Philips stava conducendo un’inchiesta nella foresta con uno studioso. Arrestato un pescatore

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di Riccardo Jannello

ATALAIA DO NORTE (Brasile)

Pelado è un pescatore ma anche un killer a pagamento. Il timore è che siano finiti sotto i suoi colpi Dom Philips, 57 anni, giornalista del britannico The Guardian, e Bruno Araujo Pereira, 41, difensore degli indios, scomparsi domenica all’alba fra Sao Rafael e Atalaia do Norte nell’Amazzonia occidentale, non distante dai tre confini di Brasile, Colombia e Perù dove operano senza legge bracconieri, cercatori d’oro, deforestatori e soprattutto narcotrafficanti. Erano in barca sul rio Itacoai e un testimone ha visto il motoscafo di Pelado sfrecciare dietro di loro, con altre due o tre persone a bordo e un armamento da fare paura.

Philips e Pereira non sono mai giunti a destinazione. Amarildo da Costa de Oliveira, 41 anni, appunto Pelado, è in custodia, ma non parla. La Polizia l’ha fermato col suo arsenale addosso. Dopo avere sparato a Dom e Bruno, con i suoi complici avrebbe sotterrato i corpi nella tenera argilla che la corrente impetuosa del rio Itacoai, uno degli affluenti del rio delle Amazzoni, si porta via. Philips – che da 15 anni vive in Brasile dove ha sposato Alexandra Sampaio – era nella Vale do Javari con Pereira, già direttore del Fondo nazionale indio. Lì c’è il più alto numero di tribù incontattate. Il giornalista britannico era stato incaricato da una Ong ambientalista americana, la Fondazione Alicia Patterson, di scrivere un libro sulla loro ricerca.

Attorno alla Vale si muovono ambigui personaggi che vogliono depredare le ricchezze che gli indios si godono, come la pesca e le risorse della foresta. Ma soprattutto si tratta di una zona ambita dai narcotrafficanti colombiani che possono gestire i loro traffici attraverso i fiumi o con piste di atterraggio clandestine senza essere scoperti. Il lavoro di Philips e Pereira poteva creare dei guai. Bruno da anni riceve minacce di ogni tipo, ad aprile dallo stesso Pelado: farai una brutta fine se continuerai a intrometterti nei miei affari. Philips e Pereira avevano appena lasciato – quella domenica alle 4 – la baracca di Churrasco, zio di Pelado e capo della comunità di Sao Rafael. Con lui avrebbero voluto parlare della difesa degli indios contro i razziatori delle loro terre, ma il leader li aveva fatti accogliere dalla moglie con "un sorso di caffè e una pagnotta". Una volta dato l’allarme – in ritardo – della scomparsa, la Polizia ha fermato anche Churrasco e l’amico Janeo, poi rilasciati.

Il forte richiamo internazionale, con l’Ambasciata britannica a Brasilia che ha fatto pressioni perché si intensificassero le ricerche e la sorella di Philips a protestare in strada a Londra, ha fatto sì che ieri le autorità verdeoro decidessero di mobilitare 250 militari e molti mezzi per setacciare i 30 chilometri di fiume fra Sao Rafael e Atalaia do Norte e le sue rive. Le operazione sono dirette ai massimi vertici: il generale Carlos Alberto Mansur, responsabile della sicurezza pubblica dello Stato di Amazonas, ne risponde direttamente al ministro della Giustizia Anderson Torres e al procuratore generale Augusto Aras. "Non vorremmo soffrire la stessa tragedia del 2019 quando venne ucciso Maxciel Pereira dos Santos, amico e collega di Bruno", ha dichiarato il presidente dell’Unione indigena della Vale do Javari, Eliesio Marubo. Ma ogni giorno che passa le speranze di ritrovare vivi Philips e Pereira si affievoliscono, ingoiati dalla foresta più grande del mondo e dai suoi corsi d’acqua.