Lunedì 29 Aprile 2024

Foto ritoccate dell’hotel Vince la verità

Marco

Buticchi

Non è tutto oro ciò che luccica sulla carta patinata o nelle pagine web. Ma neppure ha riflessi sempre dorati l’agognato luogo delle nostre meritate vacanze. Il fatto è presto detto: prenotato un hotel ammaliato dalle foto pubblicitarie, un turista si è trovato davanti una realtà talmente differente da quanto reclamizzato che la vicenda, che risale al 2018, è finita in tribunale. Così l’albergatore ‘fotogenico’ si è visto oggi costretto a rimborsare, assieme alla piattaforma di prenotazione, quanto il turista milanese gli aveva corrisposto. Mi auguro che il fatto – e, credetemi, parlo con cognizione di causa – inviti chiunque debba reclamizzarsi attraverso immagini o scritti, a ricordare che le bugie hanno le gambe corte e che, prima o poi, vengono a galla. Personalmente preferisco sminuire ciò che posso offrire: sarebbe come presentarmi aitante diciottenne nelle immagini sulle copertine dei miei romanzi (mentre ne ho passati sessantacinque) per fare colpo. Per poi propormi canuto come sono, perdendo credibilità e la faccia. Questo gioco dura poco e, come nel vecchio West, la resa dei conti arriva. Nel caso di mistificazione personale, la brutta figura è sufficiente a far desistere dal riprovarci (mi auguro). Ma, quando in ballo entrano il lavoro, l’inganno ai danni di un avventore, il rischio di andare per tribunali, suggerisco a ogni ‘fotogenico’ di pensarci bene prima di mettere in piedi il set ingannevole. Oltre ai grattacapi – nella fattispecie la causa contro l’albergatore pugliese è durata quattro anni – si rischia di compromettere l’immagine di una categoria, quella degli albergatori italiani, che è considerata tra le più serie e attente al mondo. Conviene sempre mostrarsi per quello che si è, forse anche con una dose di sana modestia. La sorpresa di scoprire un pregio è assai più remunerativa che trovarsi di fronte a un difetto malcelato.