ROMA
Sinisa Mihajlovic di partite ne ha vinte, giocate e vissute tante e ieri tutto l’amore dei suoi tifosi e dei suoi cari è risuonato ancor più forte nella camera ardente del Campidoglio, a Roma, dove l’ex calciatore diventato allenatore ha ricevuto l’ultimo saluto. Ad attenderlo, la moglie Arianna, i figli, la mamma Viktorija e il fratello Drazen. Ma anche migliaia di tifosi, provenienti da ogni dove: "Noi siamo serbi, ma viviamo a Firenze. Siamo venuti a Roma perché volevamo ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto". Tanti i supporter della Lazio che hanno riposto la sciarpa bianco azzurra sul feretro prima di omaggiare Sinisa con parole di riconoscenza: "Mi hai regalato grandi gioie, e te ne sarò sempre grato" o "sei un guerriero!". Un flusso ininterrotto, invece, quello dei tifosi bolognesi, arrivati a più ondate per una giornata in cui il bene per Mihajlovic ha superato ogni colore e tifoseria. "Sono qui non in quanto tifoso, ma come uomo – non trattiene l’emozione un ragazzo –. Voglio rendere omaggio a Mihajlovic per la persona granitica che è stata. Un guerriero d’ispirazione per molti". Roma, Maurizio Costanzo e Sinisa Mihajlovic sepolti al Verano: ok dalla commissione
Tra i saluti anche quelli di personalità delle istituzioni, come la premier Giorgia Meloni e il presidente del Senato, Ignazio la Russa ("Ha tirato calci di punizione contro le porte avversarie, ma anche contro le avversità della vita ed erano sempre calci vincenti"). In rappresentanza del Bologna c’erano i calciatori Arnautovic e Soriano. Poi Vincenzo Montella, Bernardo Corradi e Stefano Fiore. Non è mancato Claudio Lotito, presidente della Lazio, che ha consegnato alla moglie dell’allenatore deceduto una maglia della squadra con scritto "Mihajlovic". "Vogliamo dedicare qualcosa in suo onore – ha detto Lotito –, penseremo a iniziative per celebrare il suo nome come testimonial della Lazio".
La premier Meloni, dopo aver abbracciato la vedova Arianna, ha dichiarato: "La vita è una battaglia e devi saperla combattere, lui l’ha fatto con onore e con il rispetto delle regole: lo ha fatto nella sua vita calcistica, in quella da uomo e nella lotta contro la malattia, fino all’ultimo". Quindi, il presidente del Consiglio ha aggiunto: "Puoi essere un allenatore, un giocatore di calcio, puoi essere tante cose. Il punto è che quando hai un’influenza sugli altri, il modo in cui conduci la tua vita lo trasferisci agli altri e lui questo lo sapeva fare ed è il motivo per cui vale la pena ringraziarlo". Oggi alle 11, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, sarà celebrato il funerale.
Sofia Spagnoli