Domenica 5 Maggio 2024

Femminicidio di Senago, il barman assassino verso l’accusa di duplice omicidio: “Ha ucciso anche il bambino”

Domani l’autopsia, gli investigatori attendono l’esito per capire l’età del feto: parte della giurisprudenza parla di soggetto di diritto dal settimo mese. Resta ancora da escludere del tutto la complicità di altri nel delitto

Potrebbe rispondere di duplice omicidio Alessandro Impagnatiello, il 30enne barman all’Armani Bamboo che ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontano incinta di sette mesi. Perché in questa storia non ’esisteva’ solo Giulia, c’era anche Thiago, il maschietto che sarebbe nato al massimo tra qualche settimana e li avrebbe resi mamma e papà.

Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello

Di quel bambino, Alessandro non parla mai, se non in qualche chat per convincere la compagna a non lasciarlo; non ne fa cenno nell’interrogatorio che precederà il fermo e nemmeno in quello di convalida. Eppure ha ucciso anche lui, accoltellando Giulia alla gola e al petto. Ora gli investigatori attendono l’esito dell’autopsia per avere il quadro chiaro di quanti giorni esatti avesse il feto e, sulla base della relazione medico-legale che certifica il momento preciso della morte, capire intanto da quando avrebbe potuto essere ’partorito’ naturalmente e quindi diventare a tutti gli effetti ’persona’.

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Stando comunque a una parte della più recente giurisprudenza, Thiago, al settimo mese, sarebbe già stato soggetto giuridico: qualora dai giudici venisse accolta e condivisa questa interpretazione, il reato andrebbe riqualificato in duplice omicidio mamma-figlio a carico del barman, anche se basterebbe il solo omicidio di Giulia con l’aggravante del procurato aborto per condannarlo all’ergastolo. Il lavoro degli inquirenti si concentra anche su alcuni elementi che aiuteranno a definire i contorni della tragedia che ha colpito Giulia Tramontano e la sua famiglia. Impagnatiello era sotto "osservazione" dal primo giorno in cui lei è scomparsa: che quadro ricostruiscono le intercettazioni ambientali? Detto altrimenti: il killer ha fatto tutto da solo? Qualcuno lo ha aiutato dopo il delitto?

L’obiettivo di magistrati e carabinieri è capire quale ruolo abbiano avuto tutte le persone a lui più vicine, per escludere che ci siano state complicità o inconsapevoli "coperture": è vero che l’assassino avrebbe accuratamente lavato l’abitazione e la vasca da bagno dove ha portato inizialmente il corpo della compagna morta, ma è altrettanto vero che in quell’appartamento c’era un forte odore di benzina (percepito dai militari nel corso del primo sopralluogo) e che alcuni vicini hanno segnalato di aver visto uscire molta cenere dalla casa. Il contenuto dei dialoghi captati, ancor più delle immagini delle telecamere, avrà il potere di "accusare" o "scagionare", anche se finora non ci sarebbero elementi in grado di mutare lo scenario da assassino solitario tratteggiato prima al pm Alessia Menegazzo e poi al gip Angela Minerva. In queste ore, la Procura sta ultimando la fase istruttoria.

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Sotto i riflettori ci sono anche alcune dichiarazioni che non convincono affatto chi sta indagando sull’assassinio di Senago. In primo luogo, è ritenuto poco credibile che il barman si sia tenuto il cadavere di Giulia nel bagagliaio della T-Roc bianca dalle 7 di martedì alle 2.30 di mercoledì, quando l’avrebbe abbandonato nel punto in cui è stato ritrovato all’una di giovedì. Il martedì mattina, l’auto era nel parcheggio interno: in tanti l’hanno vista con le portiere aperte, come se fosse stata lavata o riempita di deodorante. È molto probabile che il corpo sia stato lasciato nell’intercapedine di via Monte Rosa nella notte tra lunedì e martedì. Perché Impagnatiello ha sbagliato giorno? Ha fornito quell’informazione con la stessa superficialità dimostrata nel resto del racconto dell’orrore. Oppure lo ha fatto per coprire qualcun altro che potrebbe averlo aiutato.

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