Martedì 30 Aprile 2024

Fa caldo sì Ma risparmiateci l’Apocalisse

Viviana

Ponchia

Arrivò per primo Caronte. Seguirono Hannibal, Scipione, Ciclope e Lucifero. Tutta gentaglia malintenzionata, il bestiario del caldo sembrava completo. Qualche giorno fa su un sito meteo che spaccia superlativi e spaventi è comparso questo disegno: una carta dell’Europa rosso sangue, un cammello in risalita dal Sahara, il numero 50 e la parola Apocalisse, cui poi sarebbe stata aggiunta la cifra 4.800 per dire che anche sul Monte Bianco non stanno freschi. Forno, record, impennata rovente: va bene tutto, ma il cammello no. La meteorologia era una scienza gentile. Inseguiva gli alisei, sognava sulle isobare e non usava il megafono ma un militare affabile che all’ora di cena consigliava un ombrello per il giorno dopo. Quando è che ha cominciato a bullizzarci? Perché la sua missione è diventata seminare il panico e farci sudare ancora di più? Fa caldo, non ci piove (pardon). Un caldo terribile perché inghiotte l’Italia a maggio e la risputa fuori a settembre, perché non si fanno scherzi del genere a chi pensava di vivere in un clima temperato. È snervante, sì. Per noi che passiamo dalla lessatura fuori all’ibernazione dentro e per le piantine di riso, i fiumi secchi, il ricordo che avevamo dell’estate.

Probabilmente stiamo vivendo un tempo eccezionale e la colpa è nostra o della Terra che fa le bizze o entrambe le cose. Però evocare l’apocalisse non aiuta, se non i sadici che guadagnano in clic e pubblicità. Io sento di non potere più fare a meno di quei siti là e me ne vergogno, ho sviluppato una dipendenza come dagli oroscopi, sempre previsioni sono. Loro lo sanno e rilanciano. Dopo il cammello hanno pronte legioni di diavoli aggrappati alla Sicilia e il numero 60, guarda un po’. Una sfida all’ultimo grado con la Valle della Morte, dove possiamo vincere grazie al jolly umidità. Non mi viene in mente niente di peggio di apocalisse ma aspettate, la fine del mondo è vicina.