Mercoledì 24 Aprile 2024

Escalation e allarme nucleare Salta in aria la grande diga, Kiev punta il dito contro Putin "È un crimine di guerra"

Distrutta l’opera idraulica di Kakhovka, strategica per la centrale di Zaporizhzhia e l’acqua in Crimea. Allagata la regione di Kherson, migliaia di evacuati. Mosca: "Atto terroristico degli ucraini".

di Alessandro Farruggia

Hanno fatto saltare la grande diga di Nova Kakhovka. L’acqua, una bomba d’acqua, è stata usata come un’arma. Il grande bacino idrico che si estende per 240 chilometri a monte dello sbarramento sul Dnepr ha cominciato a riversarsi a valle inondando decine di villaggi quando alle 2.50 di notte quella che con ogni probabilità è stata una deflagrazione di una grande quantità di esplosivo ad alto potenziale piazzato nei cunicoli sotto le paratie e nella sala macchina della centrale elettrica della diga è stato fatto detonare.

L’esplosione, secondo quanto ha rivelato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, "ha fatto probabilmente numerosi morti" distruggendo la diga e l’annessa centrale, una struttura fondamentale per la produzione di elettricità e la fornitura di acqua nell’Ucraina meridionale e alla stessa Crimea occupata.

Ucraina e Russia si accusano a vicenda. L’indice è puntato sui russi che avrebbero agito per costringere l’Ucraina a rinviare l’attesa controffensiva. Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, indica come responsabili gli uomini della 205esima brigata fucilieri motorizzati russi.

"Questo è un atto di terrorismo russo, la Russia è colpevole di un brutale ecocidio", ha affermato Volodymyr Zelensky, aggiungendo che "i russi controllano la diga e l’intero impianto di Kakhovka da oltre un anno. È fisicamente impossibile farla esplodere dall’esterno, bombardandola. È stata minata dagli occupanti russi. E l’hanno fatta esplodere". La stessa speculare accusa di "terrorismo" è stata paradossalmente rivolta all’Ucraina dal Ministero degli Esteri russo, che ha chiesto alla comunità internazionale di "condannare l’atto criminale di Kiev".

L’Ucraina ha chiesto una convocazione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu che si è riunito in tarda serata. L’Occidente si è schierato dalla parte di Kiev e gli americani propendono per la versione dell’attentato, ma Kirby è stato prudente: "Stiamo cercando di ottenere più informazioni, non possiamo dire in in via definitiva cosa è accaduto alla diga. Quello che possiamo dire è che i danni alla popolazione ucraina e all’area saranno significativi". Gli Stati Uniti vogliono escludere l’eventualità che la diga, indebolita da esplosioni nei mesi scorsi, abbia mostrato cedimenti tra il 1° e il 2 giugno – come mostrerebbero immagini di un satellite della Maxar acquisite dalla Cnn – e sia crollata per il fatto che i russi l’hanno sovraccaricata (per insipienza o dolo) a livelli mai visti negli ultimi 30 anni. Al momento non hanno certezze e per questo sono cauti. Più duri gli europei. Il presidente del Consiglio UE Charles Michel ha denunciato "un crimine di guerra" di cui la Russia dovrà "pagare le conseguenze". Così anche Berlino. Mentre Londra è più prudente. Il ministro degli Esteri James Cleverly, come il segretario dell’ONU Guterres, ha affermato che "il disastro è un risultato dell’invasione russa", aggiungendo però che è "troppo presto per fare qualsiasi tipo di valutazione sulle cause" .

Di certo è un disastro immane le cui conseguenze saranno chiare solo tra qualche tempo. Anche perché mette a rischio la centrale nucleare di Energodar, la più grande d’Europa. La società ucraina per l’energia nucleare, Energoatom, afferma che "la situazione nell’impianto è sotto controllo", e anche l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha detto che non ci sarebe "alcun rischio immediato per la sicurezza nucleare". Ma questo non significa che la situazione non possa diventare critica nelle prossime settimane. Oggi cinque dei reattori sono in “arresto a freddo”, spenti completamente e raffreddati, e uno è in “arresto a caldo”, ma anche i reattori spenti vanno raffreddati, e l’acqua della diga non è più accessibile. Resta il bacino di raffreddamento della centrale. "Poiché i reattori sono stati spenti per molti mesi, si stima – ha sottolineato il direttore dell’Aiea Rafael Grossi – che questo bacino sarà sufficiente per fornire acqua di raffreddamento per diversi mesi. Ma allo stesso tempo, è fondamentale che l’invaso di raffreddamento rimanga intatto. Chiedo a tutte le parti di garantire che non venga fatto saltare in aria". Il che, visto come sta andando questa guerra, è solo una speranza.