Draghi al G20: "Aiuteremo le donne afghane"

Il messaggio alla Conferenza sull’empowerment femminile. "Non possiamo permettere che diventino cittadine di seconda classe"

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di Ludovica Criscitiello

"Aiuteremo le donne afghane a preservare i loro diritti". Parte con questa promessa la prima Conferenza sull’empowerment femminile in ambito G20 che si è tenuta ieri a Santa Margherita Ligure (Genova) all’Hotel Miramare, presieduta dalla ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti. Donne, ragazze, bambine con i loro volti disperati che in questi giorni abbiamo imparato a conoscere bene attraverso le immagini che scorrono in televisione. Donne "che sono sul punto di perdere la loro libertà e la loro dignità, di tornare alla triste condizione in cui si trovavano vent’anni fa a causa del nuovo regime dei talebani – come ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi in un messaggio inviato alla Conferenza – Queste donne rischiano di diventare ancora una volta cittadine di seconda classe, vittime di violenza e di discriminazioni sistematiche, soltanto per il fatto di essere donne ed è per questo che il G20 deve fare tutto il possibile per garantire che mantengano le loro libertà e i loro diritti fondamentali, in particolare il diritto all’istruzione".

L’istruzione dunque deve essere garantita indistintamente a partire dall’infanzia, con un focus particolare sulle materie scientifiche e le competenze digitali, vere e proprie leve dell’empowerment femminile. Solo così sarà possibile contrastare in ogni ambito, anche in quello familiare ed educativo oltre che nel lavoro, le diseguaglianze che gravano sulle donne e garantire loro l’accesso paritario in qualunque ambito.

"La terribile situazione che sta avvenendo in Afghanistan ha reso necessario inserire nell’agenda in discussione il rischio che le afghane correranno da oggi in poi ed è per questo che abbiamo accolto il messaggio del premier Draghi": così la ministra Bonetti, che ha affrontato la questione in una riunione con i ministri delle Pari Opportunità degli altri paesi ospiti al G20. "Quello che bisogna fare – ha spiegato – è adottare una strategia comune e di condivisione per mettere in campo strumenti e assicurare i diritti primari a tutta la popolazione afghana, prevenire qualsiasi forma di violenza nei confronti di donne, ragazze e bambine a partire dai matrimoni forzati e garantire loro tutto l’aiuto possibile".

Ieri tra le proposte concrete a sostegno delle afghane nel corso del G20 c’è stata quella della Fondazione Bellisario, sostenuta dalla presidente Lella Golfo che ha lanciato un progetto di 300 borse di studio per 300 donne afgane, in collaborazione con le università italiane.

Al G20 insieme ai ministri, hanno partecipato tanti rappresentanti di organizzazioni internazionali (UN Women, Oil, Ocse), del mondo delle imprese, dell’accademia e della società civile. Oltre all’Afghanistan, tra i temi affrontati l’equilibrio vita-lavoro da garantire con politiche familiari ad hoc e l’importanza di stimolare l’interesse delle donne verso le discipline tecnico-scientifiche (le cosiddette Stem) e i linguaggi digitali, così da poter cogliere le principali opportunità offerte dal mercato del lavoro e sognare in grande.