
I brogliacci delle intercettazioni dell’inchiesta Mafia e Appalti sono stati ritrovati. E Forza Italia chiede di poterli visionare in Commissione...
I brogliacci delle intercettazioni dell’inchiesta Mafia e Appalti sono stati ritrovati. E Forza Italia chiede di poterli visionare in Commissione antimafia. A trovare i riassunti e gli appunti scritti delle captazioni dell’indagine che stava a cuore a Paolo Borsellino è stato il Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta in un archivio della sede palermitana. Le bobine erano già state trovate mesi fa negli archivi della Procura di Palermo, i brogliacci si trovavano in quattro buste di colore giallo con i timbri della GdF apposti nel 1992, ricoperte di polvere e lasciate a terra.
I BROGLIACCI E LA STRAGEI nastri, secondo un documento firmato dall’ex pm di Palermo Gioacchino Natoli, dovevano essere distrutti. In base a un accertamento tecnico calligrafico la richiesta di distruzione sarebbe stata aggiunta all’epoca a penna da Giuseppe Pignatore. I due ex pm sono indagati a Caltanissetta per favoreggiamento di Cosa Nostra. E proprio Natoli, ascoltato su sua richiesta nei giorni scorsi per due ore dagli inquirenti, aveva fatto sapere che secondo lui la distruzione non era mai stata eseguita. Secondo la tesi dell’accusa c’è una relazione tra la strage di via D’Amelio e l’insabbiamento dell’indagine sui legami tra i gruppi imprenditoriali del Nord (Panzavolta, Ferruzzi, Gardini) e i clan mafiosi dei costruttori Antonino e Salvatore Buscemi e Franco Bonura a Massa Carrara.
L’INCHIESTA INSABBIATALa pista dell’inchiesta insabbiata è stata suggerita a più riprese dai carabinieri del Ros Mario Mori e Giuseppe De Donno. Secondo l’accusa Natoli avrebbe agito proprio in concorso con l’allora procuratore capo Pietro Giammanco, con l’allora capitano della Guardia di Finanza Stefano Screpanti e con Pignatone, aiutando gli accusati a eludere le indagini. In particolare Natoli dopo aver ricevuto le carte da Massa Carrara avrebbe svolto "un’indagine apparente", richiedendo tra l’altro l’autorizzazione a disporre intercettazioni per meno di 40 giorni e nei confronti soltanto di una parte degli indagati. E accordandosi con Screpanti per non trascrivere "conversazioni particolarmente rilevanti, da considerarsi vere e proprie autonome notizie di reato".