Domenica 3 Novembre 2024
GIULIA BONEZZI
Cronaca

Donna che allatta: "La scultura di mia madre? Serve a unire le donne"

Milano, la figlia dell’artista smorza le polemiche nate dopo lo stop alla statua della discordia .

Ci sarà un posto a Milano per la scultura Dal latte materno veniamo di Vera Omodeo Salè; un luogo pubblico, non un "ospedale o istituto religioso" come suggeriva la commissione comunale che valuta la collocazione dei monumenti e ha bocciato questo bronzo di donna che allatta a grandezza naturale, nuda dalla cintola in su, in quanto rappresenterebbe "valori non universalmente condivisibili", esprimendo "il tema della maternità" "con sfumature squisitamente religiose". "Non credo che in nessun modo quest’opera possa essere divisiva", ribadisce l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, annunciando che convocherà gli eredi della scultrice scomparsa l’anno scorso, che vogliono donare la statua alla città, per "ragionare insieme su una possibile collocazione alternativa".

Serena Omodeo Salè, siete disposti ad andare avanti con la donazione della scultura di sua madre?

"Certamente, purché sia una collocazione pubblica, all’aperto. Abbiamo proposto una piazza che si prestava perché è centrale ma intima, ma siamo apertissimi ad altre soluzioni. Come famiglia, e anche come donne che hanno sostenuto questo progetto, abbiamo apprezzato la reazione del sindaco Sala e dell’assessore Sacchi, che hanno separato il parere tenico da quello politico. Al di là delle polemiche, questa vicenda può diventare uno spunto per stringere la relazione con le associazioni di donne che lavorano per valorizzare il contributo delle artiste e in generale delle figure femminili alla toponomastica".

Non c’era solo la volontà della famiglia, quindi, dietro l’idea della donazione.

"L’idea era di partire da questa donazione, a spese della famiglia, per ragionare in una prospettiva più ampia e arrivare a una call per aumentare la presenza di sculture realizzate da donne in città".

Nell’arte di sua madre il tema della maternità è centrale per motivi prettamente biografici.

"Quando ha sposato mio padre era convinta di non poter avere figli, poi ne ha avuti sei, smentendo clamorosamente i medici. In un momento della sua vita la maternità ha rappresentato il culmine della sua realizzazione, poi la sua realizzazione si è spostata sull’arte. Ha esplorato la figura femminile in tutte le declinazioni, e certo ha raffigurato molte Madonne, ma in quest’opera non era minimamente la sua intenzione. Per questo siamo rimasti così stupiti dalle parole della commissione".