Mercoledì 24 Aprile 2024

Stop al fumo all'aperto: come funziona nel mondo. In Italia è boom di sigarette

La bozza del ministero della Salute rischia di trasformarsi in un’altra grana per la maggioranza. Lo stop in parchi e fermate dei bus, d’accordo i medici. Solo in Francia un provvedimento simile

Non ci sono solo le sigarette classiche a essere finite nel mirino del governo. La stretta, con il divieto di fumo anche all’aperto, riguarderà, probabilmente, anche quelle elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato. A preoccupare è l’aumento del numero di fumatori che si è registrato a partire dalla pandemia.

Si fuma di più

I numeri sul tabagismo mostrano una vera e propria inversione di tendenza: secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), mentre tra il 2003 e il 2020 la quota di fumatori sulla popolazione è scesa dal 33 al 22%, tra il 2020 e il 2022 la percentuale è cresciuta fino a toccare il 24,2%. In termini assoluti, gli italiani che fumano sono 800mila in più rispetto agli 11,6 milioni di due anni fa. Con questi dati, è inevitabile che sul banco degli imputati siano finiti tutti i nuovi prodotti alternativi alle classiche bionde lanciati sul mercato negli ultimi anni. Sempre l’Iss ricorda infatti che gli utilizzatori abituali di sigarette elettroniche sono aumentati dall’1,7% del 2019 al 2,4% del 2022. Si tratta di 1,2 milioni di persone, gran parte delle quali (l’81,9%) sono definite "consumatori duali", e cioè continua a fumare anche le classiche bionde. Un incremento ancora maggiore si è registrato per i prodotti a tabacco riscaldato, ormai noti come Iqos: dal 2019 il consumo è triplicato, passando dall’1,1% della popolazione al 3,3% nel 2022. Ad oggi questa tipologia di sigarette è utilizzata da 1,7 milioni di italiani.

Il mercato italiano

L’Italia è il principale produttore europeo di tabacco con circa 50mila tonnellate, pari al 27% dei volumi totali. Secondo alcune stime, la filiera vale 20 miliardi di euro all’anno e conta 25mila addetti solo nelle fasi di coltivazione e trasformazione primaria. Per quanto riguarda le sigarette elettroniche, la società di analisi di mercato EciIntelligence ha calcolato un giro d’affari da 469 milioni di euro ad aprile del 2022.

E-cig, iqos e sigarette elettroniche usa e getta

Philip Morris ha stimato che a dicembre dell’anno scorso 2 milioni di italiani avevano abbandonato le sigarette tradizionali per passare a prodotti senza combustione, la cui offerta, negli ultimi anni, è esplosa. Partiamo dalle sigarette elettroniche. In commercio ne esistono di diverse tipologie e funzionano tutte più o meno allo stesso modo: si inala del vapore che contiene nicotina. Le più diffuse sono le Penne svapo: come dice il nome, hanno la forma di una penna e sono piuttosto piccole. Grande successo è stato riscontrato anche dalle Iqos. Si tratta di un dispositivo che riscalda il tabacco ma non lo brucia, producendo un aerosol che contiene nicotina. Infine, vanno ricordate le sigarette elettroniche usa e getta. Funzionano come le e-cig classiche: un liquido contenente nicotina viene riscaldato e se ne inala il vapore. A differenza di queste ultime, però, le usa e getta non possono essere ricaricate. Garantiscono tra i 400 e gli 800 tiri prima di esaurirsi e il prezzo var ia tra gli 8 e gli 11 euro

I divieti in europa e nel mondo

In Europa, a fare da apripista nella lotta al tabagismo è stata la Svezia. Anche grazie al divieto di fumare nei tavolini all’aperto di bar e ristoranti, alle fermate degli autobus e nei parchi giochi, introdotto nel 2019, Stoccolma ha raggiunto il tasso di fumatori più basso tra i Paesi Ue. In Spagna, che punta a ridurre del 30% il consumo di tabacco entro il 2025, è proibito fumare negli spazi esterni di scuole, ospedali e parchi giochi, mentre, dal 2021, anche in spiaggia. Il governo spagnolo sta poi pensando di vietare le sigarette nei posti a sedere all’aperto di bar e ristoranti, una misura già adottata in sei regioni, tra cui le Baleari, le Canarie e la Comunità Valenciana. In Francia il divieto, che riguarda in generale tutti i luoghi al chiuso, è stato esteso anche alle e-cig sui mezzi pubblici. In Germania, invece, vige una proibizione federale che colpisce uffici privati, edifici del governo e il trasporto pubblico, ma con rilevanti eccezioni nelle diverse regioni.