Sabato 12 Luglio 2025
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Scoppio palazzina, arrestato vigilante: "Voleva far saltare la casa della ex"

Nell’incendio, che si era sprigionato lunedì nel cuore della notte, è morto Jacopo Peretti, 33 anni. Le indagini hanno ricostruito che si è trattato di una vendetta. La donna si è salvata perché era in vacanza. .

Nell’incendio, che si era sprigionato lunedì nel cuore della notte, è morto Jacopo Peretti, 33 anni. Le indagini hanno ricostruito che si è trattato di una vendetta. La donna si è salvata perché era in vacanza. .

Nell’incendio, che si era sprigionato lunedì nel cuore della notte, è morto Jacopo Peretti, 33 anni. Le indagini hanno ricostruito che si è trattato di una vendetta. La donna si è salvata perché era in vacanza. .

Non è stata una disgrazia, una fuga di gas. Forse la variante più estrema del femminicidio, il rancore spinto al massimo oltre le botte e gli sfregi con l’acido. Più su, l’asticella si sta alzando. Su fino al quinto piano, dove parte la scintilla e il resto crolla. Un uomo, una guardia giurata sulla quarantina, voleva distruggere la casa della sua ex e lo ha fatto. Lei si è salvata perché non c’era, era partita per le vacanze. E’ morto invece un ragazzo innocente. Il piromane è stato preso dopo cinque giorni, con le tracce del fuoco sulla pelle, mettendo assieme qualcosa che assomiglia a una certezza agghiacciante: per colpire lei, li avrebbe fatti fuori tutti.

Era solo il 30 giugno, un’altra notte caldissima. Dai balconi hanno ripreso tutto: l’esplosione, l’incendio, tre appartamenti spazzati via all’ultimo piano del palazzo in via Nizza 389. E poi la conta dei danni, terribile: quarantacinque persone evacuate, cinque feriti tra cui alcuni bambini e quel poveretto rimasto ucciso, Jacopo Peretti, 33 anni, impiegato in un’azienda di consulenza energetica e in una palestra. Lunedì intorno alle 3.15 un boato ha svegliato centinaia di persone al Lingotto, notissimo e popolatissimo quartiere torinese. Visioni apocalittiche sui social, urla, prime ipotesi. Il gas. E invece no. E se qualcuno avesse causato la deflagrazione per ragioni personali? Se queste ragioni fossero sempre le stesse, un amore malato, un abbandono?. Il ragazzo ucciso, solare e tifoso del Toro, si è solo trovato nel posto sbagliato, nell’appartamento vicino a quello di chi doveva rimetterci la vita.

Come i componenti di una famiglia di origine egiziana che abitava nell’alloggio accanto a quello della vittima, una bimba di sei anni, una ragazza di 19, un ventiquattrenne e una donna di 45. Più il dodicenne del piano di sotto. Ieri pomeriggio la polizia ha arrestato il presunto responsabile, la guardia giurata sui quaranta: ustionato, incastrato da colleghi, parenti e dalle telecamere. Voleva distruggere la casa della ex, avrebbe deliberatamente pianificato e messo in pratica un piano criminale per seminare distruzione e, forse, uccidere. Un grande aiuto per arrivare a questa svolta è arrivato dalle riprese degli impianti di videosorveglianza delle attività commerciali della zona.

Hanno chiuso il cerchio le dichiarazioni rese nei giorni successivi all’incendio dai colleghi di lavoro del responsabile, e poi dai suoi familiari. Una pazzia, una vendetta, l’ennesimo exploit dell’amore malato? Nel movente di "natura personale" ci stanno tante cose ma spunta sempre una ex, che abitava proprio lì, e doveva pagare. I Vigili del fuoco, destreggiandosi fra le macerie, hanno localizzato il punto di innesco in un appartamento al quinto piano. Indagine lampo, alla fine la certezza che Jacopo Peretti, investito da una fiammata poderosa e trovato completamente carbonizzato solo dopo diverse ore, non c’entrava nulla. Era diplomato al liceo scientifico Newton, a Chivasso, aveva studiato alla scuola di management ed economia dell’Università. Un ragazzo solare, una vita spezzata dentro le vite degli altri, per cose che non lo riguardavano. La procura ha chiesto e ottenuto un ordine di custodia cautelare, il fascicolo è aperto per disastro doloso e omicidio volontario.