Sale la tensione dopo gli scontri alla Sapienza, gli atenei sono in rivolta contro Israele. Scontri, arresti, sciopero della fame. Il furgoncino della polizia al varco 1 dell’università La Sapienza di Roma suggerisce l’immagine di un ateneo in stato d’allerta, ancora di più dopo le tensioni di martedì. I ragazzi ribadiscono le loro richieste partendo dall’imprescindibile "stop agli accordi con Israele e le industrie belliche". Dopo gli scontri, ai quali secondo la polizia erano presenti almeno 5 anarchici "estranei ai contesti universitari" e un palestinese dell’Unione democratica arabo palestinese (Udac), i presidi dei ragazzi alla Sapienza rimangono: la tendopoli sul pratone e gli studenti incatenati davanti al rettorato sono il segno che la protesta prosegue. Ieri erano Martina e Letizia, incatenate, oggi sono Francesca e Leonardo, che alla loro lotta aggiungono un altro atto di protesta: lo sciopero della fame. E dicono: "Fermare il genocidio in Palestina". La protesta proseguirà a oltranza fino a quando "la rettrice Antonella Polimeni non ascolterà le nostre richieste", fa sapere Francesca mentre è incatenata al totem con accanto una bandiera della Palestina.
E messaggi di solidarietà firmati Cambiare Rotta arrivano dalle università di tutta Italia, da Torino a Bari, tutti risvegliati da questa primavera di militanza. Nella stessa giornata, alcuni studenti di Spazio Catai e Potere al Popolo hanno occupato un’aula dell’Università di Padova per rinnovare la richiesta alla rettrice Daniela Mapelli di discutere una mozione relativa al boicottaggio accademico di Israele. Mettere in discussione le partnership di ricerca come hanno fatto Torino, Pisa, Bari.
Intanto entrambi i due manifestanti arrestati sono tornati liberi su disposizione dei giudici che hanno però convalidato gli arresti senza disporre misure cautelari. E il bilancio dello scontro con le forze dell’ordine è di 25 poliziotti e due carabinieri feriti. La tensione negli atenei è alta. Oggi nella Conferenza dei rettori si discuterà un documento sulla sicurezza redatto da un gruppo di lavoro. Per il 24 aprile, inoltre, è previsto un comitato per l’ordine e la sicurezza col ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, che conferma la linea dei giorni scorsi: proteste legittime, violenze no. Per questo motivo, in base a quanto si apprende da fonti qualificate, il comitato convocato si conferma, quindi, utile anche alla luce delle infiltrazioni degli anarchici tra gli studenti.
Dal Viminale la linea è quella ribadita da tempo: non sono in programma modifiche in senso restrittivo nella gestione dell’ordine pubblico negli atenei. C’è, da parte delle forze di polizia, massima attenzione sui gruppi di area antagonista e anarchica che puntano a cavalcare la protesta universitaria alzando il livello degli scontri di piazza. "Le proteste sono sempre legittime, la violenza inammissibile", così il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha rinnovato la sua "totale solidarietà" alle forze dell’ordine coinvolte.
Alessandro Belardetti