Genova, 11 giugno 2024 – Un’aggressione a scopo di rapina, si era pensato in un primo momento. Poi l’indagine sulla coppia massacrata con la roncola a Celesia ha subito imboccato la pista familiare. In poche ore la svolta: fermato l’ex della figlia dei due coniugi, che lottano tra la vita e la morte. Andrea Bandini, 25enne, ha confessato.
Agguato in casa
Angelo Imporzani, 62 anni, e Karin Dupres, 64, sono vivi ma in gravi condizioni dopo l’agguato, ricoverati in rianimazione al San Martino. Sono stati colpiti con una roncola nella notte fra il 9 e il 10 giugno nella loro casa di Celesia, nel comune di San Colombano in Certenoli, in provincia di Genova. A colpirli l’ex della figlia Giulia, che ha ucciso anche il cane, scappando poi con l’auto di famiglia.
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La fuga con l’auto rubata
La macchina è stata ritrovata in un bosco a poca distanza dall’abitazione, qualche ora dopo. Dentro c’era la roncola.
A dare l'allarme è stata una vicina che intorno alle 22 di domenica ha sentito le urla della donna e ha quindi chiamato i carabinieri. I militari sono entrati in casa e hanno trovato Imporzani e Dupres feriti, il cane ucciso, allarmando i soccorsi. Sulle prime è stata fatta l’ipotesi della rapina, un tentativo di furto finito nel sangue. Ma appunto, solo “un tentativo”. Dalla casa infatti non mancava nulla, a parte l’auto. Circostanza che ha subito indirizzato gli inquirenti verso un’altra pista.
Il blitz nel bosco
I carabinieri hanno ascoltato le testimonianze dei figli della coppia, Giulia che abita con i genitori e David, che invece vive lontano. Da qui probabilmente i sospetti verso l’ex della giovane. I militari lo hanno rintracciato oggi in un rifugio di Santo Stefano d'Aveto, con un blitz sono entrati bloccandolo.
Il movente
L’uomo è stato interrogato in procura, è stato successivamente accompagnato in carcere a Marassi. Ha confessato. Non si rassegnava alla fine della relazione con la ragazza, durata 5 anni. L’insofferenza era cresciuta da quando lei aveva cominciato un’altra frequentazione. Gliel’aveva detto che le avrebbe fatto male, gliel’aveva scritto più e più volte che se non fosse tornata con lui gliel’avrebbe fatta pagare facendo del male alle persone che le erano più care. E alla fine l’ha fatto.
Tutto preparato nei dettagli
Tutto risulta preparato nei dettagli. Il venerdì Andrea lascia la casa dove vive in affitto a Chiavari, stacca il cellulare e si rende così irrintracciabile. Poi, probabilmente il sabato, si introduce in una casa disabitata a pochi metri dall’abitazione dei genitori della sua ex fidanzata, probabilmente per controllarne la routine. La domenica sera, poco dopo le 21, si arrampica lungo la parete esterna della villetta fino a raggiungere la terrazza della casa dove Karin Dupres, mamma di Giulia stava per chiudere le imposte.
La mattanza con una roncola
Andrea è armato di una roncola: colpisce più volte la donna al viso e alla testa. Lei urla mentre Andrea entra nella camera da letto dove trova il cane. Lo sgozza, poi colpisce il marito della donna che esce dal bagno, colpendolo più e più volte con la roncola. Finita la mattanza, Andrea ruba le chiavi delle due auto degli Imporzano, una T-Roc e una Fiat 500. Scende in garage, non riesce a mettere in moto la T-Roc e quindi sale sulla 500 e scappa a tutta velocità. Dopo poche curve esce di strada e scappa a piedi nel bosco. Non sa che le urla della sua vittima hanno allertato i vicini che chiamano i carabinieri. Poi qualcuno lo vede e lo segnala ai militari che lo stanno cercando. Andrea corre, corre per due ore e infine raggiunge un rifugio a S.Stefano d’Aveto. Ma i carabinieri, che hanno trovato la 500 nel bosco sulla quale c’è la roncola ancora sporca di sangue, lo braccano e infine lo trovano: circondano il rifugio, entrano e lo bloccano.
La confessione
Portato in caserma il 25enne non regge e confessa. Stessa cosa farà più tardi davanti al pm Federica Paiola. Per lui, l’accusa contestata è duplice tentato omicidio continuato e aggravato dalla crudeltà e uccisione di animali. Intanto Il padre e la madre di Giulia, ricoverati entrambi in prognosi riservata al policlinico San Martino di Genova, lottano tra la vita e la morte.