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Il Tribunale di Tempio Pausania (Ansa)
Roma, 8 marzo 2024 – E’ ripreso questa mattina a Tempio Pausania il processo per violenza sessuale di gruppo contestato a Ciro Grillo e ai suoi amici genovesi Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Sul banco dei testimoni, la migliore amica della studentessa italo-norvegese che denunciò lo stupro ai carabinieri di Milano dopo il rientro dalla Costa Smeralda, a fine luglio del 2019.
L’8 marzo a Tempio Pausania si vive anche da fuori l’aula di tribunale dove un presidio femminista e contro la violenza sulle donne si è tenuto in tarda mattinata. Appesi davanti al tribunale due striscioni: "Il sesso senza consenso è stupro" e "la vittimizzazione secondaria è violenza", un riferimento a quanto accade nelle aule di tribunale quando una donna denuncia un rapporto sessuale non consensuale.
“Non riuscivo a dire di no e ad oppormi". È uno dei tanti messaggi scambiati tra la studentessa italo norvegese e la sua amica norvegese nelle ore successive al presunto stupro di gruppo denunciato dalla studentessa. La ragazza, assistita da una traduttrice, è stata ascoltata nell'aula del tribunale di Tempio Pausania e ha risposto alle domande del procuratore Gregorio Capasso e del pool della difesa. Quattro cartelle di trascrizione dei messaggi tra le due amiche confluiranno all'interno degli atti del processo: è stato infatti dato incarico a un perito di trascrivere i messaggi vocali estrapolati dai telefoni della principale accusatrice, e di effettuare la traduzione di quelli scritti in inglese. “Tutto il contenuto delle chat intercorse tra le due ragazze verrà periziato. Le domande a commento di una chat non erano ipotizzabili o ammissibili”, ha spiegato a fine udienza l'avvocato Gennaro Velle, difensore di Corsiglia.
Il dibattimento si ferma tutto il mese di aprile: si torna in aula il 2 e 3 maggio, quando verranno sentiti i periti e i tecnici e il collegio acquisirà le trascrizioni dei messaggi.