Venerdì 3 Maggio 2024

Ciro Grillo e i 3 amici rinviati a giudizio per violenza sessuale di gruppo

Il gup accoglie la richiesta del procuratore. Prima udienza il 16 marzo. Bongiorno, legale della vittima: "C'è stato tentativo di distorcere gli atti"

Ciro Grillo

Ciro Grillo

Tempio Pausania, 26 novembre 2021 - Ciro Grillo e i suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria, sono stati tutti rinviati a giudizio con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. Lo ha deciso la gup Caterina Interlandi dopo un'ora di Camera di consiglio. Il processo inizierà il 16 marzo prossimo. 

I quattro giovani sono accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una coetanea italo-norvegese, dalla cui denuncia era scaturita l'indagine. I fatti risalirebbero al luglio di due anni fa nel residence di Beppe Grillo a Cala di Volpe in Costa Smeralda. Il rinvio a giudizio era stato sollecitato dal procuratore Gregorio Capasso. Il collegio difensivo aveva invece sollecitato il non luogo a procedere e chiesto che si proceda con rito ordinario. I quattro giovani avevano a suo tempo comunicato la rinuncia al rito abbreviato. 

"L'impianto accusatorio ha retto. E' stata accolta la nostra richiesta, ora si farà un processo e si vedrà", è il commento laconico del procuratore di Tempio Pausania.  

"Oggi è il giorno dopo il 25 novembre e credo che anche questa giornata sia diventata importante", ha detto l'avvocata Giulia Bongiorno, che difende la giovane, all'uscita del tribunale di Tempio, riferendosi alla giornata contro la violenza sulla donne. "La mia assistita è finita sul banco degli imputati", è la denuncia della Bongiorno. "Il giudice ha ponderato, ha approfondito e ha scelto - ha continuato - Se mi chiedete se sono felice la mia risposta è no, perché la mia assistita sta soffrendo tuttora, se mi chiedete invece se sono soddisfatta la mia risposta è si perché veramente, come mai prima di ora, ho assistito a una volontà di sgretolare atti che hanno un significato. C'è stato un accanimento contro la mia assistita che è stata messa sul banco degli imputati e non mi riferisco ai difensori ma a quello che ho letto, sono stati distorti gli atti". 

"La mia assistita è come se non vivesse più da sola, ma con accanto sempre la sofferenza", sono sempre le parole della Bongiorno. "Non ho potuto ancora chiamarla ma ora - ha concluso - le dovrò anche dire che dovrà venire al processo".

La vicenda

Quella serata maledetta era iniziata in discoteca e poi finita nella villa di Grillo. La ragazza allora aveva 19 anni ed era con un'amica. Da quanto emerso dai verbali della denuncia e dagli interrogatori, la giovane aveva raccontato di essere stata costretta a un rapporto con uno degli amici di Ciro Grillo per poi essere stata violentata fino al mattino dagli altri tre. Tutti gli imputati avevano ammesso il sesso di gruppo, ma sostenendo che la ragazza fosse consenziente. La notizia si era diffusa nel settembre 2019 dopo che la giovane, 8 giorni dopo la notte della presunta violenza di gruppo aveva denunciato tutto ai carabinieri di Milano. Erano scatatte le indagini, chiuse il 20 novembre 2020. Nel frattempo, sono emersi video e dettagli sulla notte incriminata. E mentre la decisione del gup sull'udienza di rinvio a giudizio tardava ad arrivare, nell'aprile scorso, inatteso, era intervenuto nella vicenda Beppe Grillo. Un lungo sfogo con un video sulla sua pagina Facebook che seguiva la diffusione a mezzo stampa di alcuni stralci dell'indagine: "Mio figlio è su tutti i giornali come stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi...io voglio chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati, la legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati", dichiarava Grillo - Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera". E proseguiva: "Perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c'è stato niente perché chi viene stuprato fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano. E' strano". 

Il video aveva scatenato un vespaio di reazioni e polemiche, con strascichi anche nei palazzi della politica, persino tra le fila del M5S. Ma soprattutto portava nuovamente la vicenda alla ribalta. Si susseguivano le interviste ai protagonisti diretti o marginali della storia, la vicenda creava tensioni politiche, ma anche all'interno della cerchia dei legali che difendono i giovani, tanto che il 29 aprile l'avvocato di Vittorio Lauria, Paolo Costa, aveva rimesso il mandato per "divergenze sulla condotta extraprocessuale".

Un nuovo 'colpo di scena' arriva il 3 maggio, quando la procura di Tempio Pausania, che coordina le indagini, riformula un capo di imputazione, depositando un secondo avviso di conclusione delle indagini (che segue quello del novembre 2020), che comprende anche gli ulteriori interrogatori dei quattro ragazzi, resi su richiesta degli avvocati difensori. Il capo di imputazione è relativo al secondo episodio, ovvero quello della fotografia fatta da tre degli indagati con i genitali appoggiati sul volto dell'amica di Silvia addormentata sul divano. Infine, il 4 giugno, la vicenda arriva a una tappa cruciale: dopo la diffusione della notizia dell'interrogatorio di Ciro Grillo, avvenuto nella caserma dei carabinieri di Genova, arriva quella relativa alla decisione della Procura di Tempio Pausania. I pm avevano depositato in quelle ore la richiesta di rinvio a giudizio per i 4 indagati. Il 21 ottobre si è diffusa la notizia che i legali dei ragazzi avevano scelto tutti il rito ordinario, tralasciando l'opzione abbreviato che, in caso di condanna, avrebbe portato a uno sconto di pena. Hanno preferito rischiare il giudizio e il gup di Tempio, dopo due ore scarse di camera di consiglio, ha deciso in tal senso. Il 16 marzo, salvo rinvii o altri colpi di scena, inizierà un processo che si annuncia lungo e complicato.