1 I tempi
La direttiva sul salario minimo è all’ultimo miglio e l’Europa vede all’orizzonte uno dei suoi traguardi sociali più importanti. A poco più
di un anno e mezzo dal primo varo del testo da parte della Commissione europea, il via libera politico, d’intesa
con il Parlamento Ue e
gli Stati membri, è atteso a Strasburgo nella notte
tra oggi e domani
2 Cosa cambia
La direttiva non fissa
un salario minimo comune per tutti, né tantomeno un obbligo. Punta invece a a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati
ed equi rispettando le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette
per garantire un tenore
di vita dignitoso, ridurre le disuguaglianze e mettere un freno ai contratti precari e pirata.
3 Il panorama
Ad oggi il salario minimo non è stato istituito solo in sei Paesi: oltre all’Italia, mancano all’appello Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia. I Paesi nordici resistono per preservare l’autonomia delle parti sociali e il loro modello del mercato del lavoro, dove le ingerenze statali sono pressoché nulle.
Nel resto d’Europa, stando agli ultimi dati Eurostat, il salario minimo viaggia tra i 332 euro mensili della Bulgaria
e i 2.257 euro
del Lussemburgo