Giovedì 25 Aprile 2024

Carabinieri Piacenza, giovane militare rifiutò gli illeciti. "Questi c'hanno i ganci"

Dall'ordinanza del gip Milani emerge la figura di una 'mela sana'. I dialoghi con il padre

Operazione 'Odysseus', un'immagine diffusa dalla Guardia di Finanza

Operazione 'Odysseus', un'immagine diffusa dalla Guardia di Finanza

Piacenza, 23 luglio 2020 - Nella caserma dello scandalo di Piacenza c'era qualcuno che si rifiutava di fare come gli altri carabinieri, finiti al centro dello'inchiesta che ha portato a 6 arresti fra i militari dell'Arma e il sequestro della stazione di Piacenza Levante. Dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Piacenza, emerge la figura di un neo carabiniere "dall'atteggiamento solitario, che non fa gruppo", così lo definiscono due degli arrestati, che si oppone, quanto meno non partecipandovi, a quello che per gli inquirenti sarebbe stato un andazzo criminale, caratterizzato da pestaggi, arresti illegali, spaccio di droga, festini con escort dentro la caserma sequestrata. "Io barro, non voglio fare un falso ideologico!". R.B., queste le iniziali del ragazzo che appare la 'mela sana' in un contesto buio, confida al telefono i suoi dubbi sull'operato dei colleghi al padre, carabiniere in pensione.

Da questi colloqui, scrive il giudice Luca Milani, si evince "tutta la delusione del giovane militare dell'Arma per essere finito a lavorare in un ambiente in cui vengono costantemente calpestati i doveri delle forze dell'ordine, dove tutto è tollerato a condizione che vengano garantiti i risultati in termini di arresti". Per il magistrato, il ragazzo manifesta "una scarsa propensione a seguire i colleghi dovuta al suo forte disagio nel constatare le continue violazioni e gli abusi commessi all'interno della caserma di via Caccialupi". "Molte cose le fanno  a umma a umma, non mi piacciono", ripete più volte al genitore, riferendosi ai colleghi poi arrestati.

I dialoghi con il padre

La situazione difficile vissuta dal militare emerge ulteriormente da un altro dialogo con il padre. "Non si può fare così!", gli dà ragione il padre al quale il figlio racconta molteplici violazioni compiute dai compagni di caserma: "Se lo possono permettere perché portano a casa gli arresti". "Perché a te colonnello - dice il giovane carabiniere - ti faccio fare bella figura, capito? Ti porto un sacco di arresti l'anno! Lavorano assai, ma perché? C'hanno i ganci!". E il padre: "Sì, sì, ho capito benissimo, io non sopporto questo modo di fare...". I due sono d'accordo che, per il momento, il militare non si deve muovere: "Non sono né carne, né pesce, non so come comportarmi", dice. "Tu devi stare in stand-by, sperando che tutto vada bene!", ribatte il padre. E lui: "Lascio un po' passare così, anche passivamente, cioè non prendo tanto l'iniziativa!". Il riferimento è alla stesura di un verbale falso a cui ha assistito, decidendo di non intervenire. Il padre, così sintetizza il giudice l'ultima parte del dialogo, gli dice che "tutto questo gli deve servire come bagaglio di esperienza e aggiunge che di 'cose storte' ne vedrà tante nei piccoli reparti e pertanto gli consiglia, una volta fatta la sua esperienza decennale, di continuare la sua carriera in reparti dove può stare tranquillo".