Domenica 5 Maggio 2024

Carabiniere ucciso, Varriale indagato dalla Procura militare per 'violata consegna'

Entrambi i militari si erano presentati disarmati all'appuntamento con i due 19enni americani. L'iscrizione nel registro del collega di Cerciello un atto dovuto

Il carabiniere Andrea Varriale (a sx), collega di Mario Cerciello Rega (Ansa)

Il carabiniere Andrea Varriale (a sx), collega di Mario Cerciello Rega (Ansa)

Roma, 9 settembre 2019 - Andrea Varriale, collega del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ucciso a coltellate il 26 luglio scorso nel quartiere Prati a Roma, è indagato dalla Procura militare. E' quanto apprende l'Adnkronos. Secondo quanto emerso dalle indagini entrambi i carabinieri la sera del 26 luglio si erano presentati disarmati all'appuntamento con i due 19enni americani Christian Gabriel Natale Hjort e Finningan Lee Elder, ora in carcere per l'omicidio del vicebrigadiere. Alla luce di questo sviluppo dell'indagine l'iscrizione risulta un atto dovuto e a Varriale viene contestato l'articolo 120 del codice penale militare di pace che riguarda la 'violata consegna' da parte di militare di guardia o di servizio. 

La condotta di Varriale potrebbe configurare il reato di 'violata consegna' in quanto i carabinieri, così come gli altri militari, sono obbligati a portare al seguito l'arma d'ordinanza ogni qual volta sono in servizio, anche se "in borghese". Il procuratore Sabino spiega tuttavia che l'iscrizione nel registro degli indagati, "è un atto dovuto", alla luce di quanto emerso finora, "anche a tutela dello stesso indagato", che non è stato ancora ascoltato dai pm con le stellette. "Faremo tutti gli accertamenti del caso e poi prenderemo le decisioni conseguenti", aggiunge il magistrato.

La procura militare di Roma indaga anche su un altro aspetto della vicenda. Nel registro degli indagati risulta infatti iscritto un altro carabiniere (di cui non è stato reso noto il nome) con riferimento esclusivamente alla diffusione della foto di Natale Hjiort bendato nella caserma dell'Arma di via In Selci, a Roma. Il reato ipotizzato, in questo caso, è quello previsto dall'art.127 del codice penale militare di pace (Divulgazione di notizie segrete o riservate).