Stavolta è arrivato di prima mattina, ma non è certo il primo attacco dell’Ungheria a Ilaria Salis (foto) e alla sua famiglia. Il post pubblicato su X alle 7.44 da Zoltan Kovacs, portavoce del governo di Viktor Orban, vorrebbe essere una difesa "della reputazione e dell’integrità" della magistratura magiara, ma è di fatto l’ennesimo intervento istituzionale nel processo che vede coinvolta la 39enne attivista italiana: "Ilaria Salis non è un’eroina scrive Kovacs. Lei e i suoi ‘compagni’ sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti. Tutto il resto è una mera invenzione politica e noi difenderemo la reputazione e l’integrità della nostra magistratura, non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo". Kovacs aggiunge inoltre un video in cui attacca direttamente Roberto Salis, il padre di Ilaria: "Ha trasformato il caso in un tema politico e ora sembra sorpreso che arrivino risposte politiche a queste accuse totalmente infondate".
Intanto è nella bufera lo scrittore e docente Christian Raimo, per le parole pronunciate in tv, a L’aria che tira: "Con i neonazisti che bisogna fare? Bisogna picchiarli. Io insegno a scuola, insegno che la democrazia è arrivata perchè c’è stata un’opposizione seria al nazismo". Su queste parole l’Ufficio scolastico regionale del Lazio ha avviato una verifica.