Martedì 30 Aprile 2024

Bilanci in chiaro, la promessa dei vescovi

NON SOLO VATICANO/ I rendiconti delle diocesi italiane saranno pubblicati sul web. Nella nostra rubrica spazio anche all'appello del Papa per "un amore non da telenovela" e all'elezione del presidente dei vescovi spagnoli.

Conti della Cei

Conti della Cei

Roma, 16 marzo 2017

Bilanci in chiaro, la Cei ci mette la faccia

ENTRATE e uscite, tutto nero su bianco. Lo promettono i vescovi italiani per bocca del nuovo economo generale, Mauro Salvatore, nel corso di un'intervista al Sir, l'agenzia stampa dell'episcopato.  "La Chiesa italiana non è obbligata a rendere pubblico il bilancio, ma desidera farlo - puntualizza il diacono permanente, il primo non sacerdote a ricoprire un ruolo così delicato nello scacchiere della conferenza episcopale -. Tutte le diocesi presentano già i bilanci sul bollettino ufficiale. Il passo avanti sarà la pubblicazione dei progetti finanziati anche sul sito e sul settimanale. Non sono fondi privati, ma risorse che arrivano per libera scelta dei cittadini. Quindi abbiamo una responsabilità precisa, perché si renda conto del loro utilizzo". A norma di legge solo spa, srl e cooperative sono obbligate a pubblicare i loro rendiconti, non le realtà no profit o associative.  Proprio di recente l'agenzia stampa indipendente Adista aveva fatto le pulci sui conti delle 220 diocesi del Paese dopo che a ottobre la Chiesa di Padova, a sorpresa, aveva dato notizia sul suo sito e sul giornale diocesano della propria situazione di bilancio. Risultato dell'inchiesta? Su un campione di dieci Chiese locali (tra queste anche diverse sedi cardinalizie) nessuna aveva i suoi conti disponibili sul web. Eppure lo stesso papa Francesco già nel 2014, incontrando per la prima volta i membri del Consiglio per l'economia, aveva sottolineato come la Chiesa sia chiamata a gestire i propri beni con "trasparenza" e "efficienza". Ora anche per le diocesi italiane sembra arrivato il momento di mettere definitivamente le carte in tavola. 

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CITTA' DEL VATICANO, 15 marzo 2017

Il Papa all'udienza generale: "Il nostro amore non sia una telenovela"

IL NOSTRO amore "non sia una telenovela", ma sia "sincero e forte". Lo ha chiesto papa Francesco, parlando a braccio nel corso dell'udienza generale in piazza San Pietro, davanti a 12mila fedeli. “Sappiamo bene che il grande comandamento che ci ha lasciato il Signore Gesù è quello di amare - ha detto Bergoglio -: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente e amare il prossimo come noi stessi”. Il cristiano è chiamato alla carità e all'amore, "questa è la nostra vocazione più alta, la nostra vocazione per eccellenza, e ad essa è legata anche la gioia della speranza cristiana”. Ma ciò di per sè non ci mette al riparo dall'ipocrisia. Questa, come una serpe, è sempre pronta a insinuarsi nelle nostre condotte, anche le più nobili ed evangeliche. "C’è il rischio che la nostra carità sia ipocrita, che il nostro amore sia ipocrita - ha messo in guardia il Papa -.  Ci dobbiamo chiedere allora: quando avviene questa ipocrisia? E come possiamo essere sicuri che il nostro amore sia sincero, che la nostra carità sia autentica? Come possiamo essere sicuri di non far finta di fare carità o che il nostro amore non sia una telenovela?". Le domande restano sospese. A ciascuna coscienza la sua risposta. 

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MADRID, 15 marzo 2017

Blàzquez rieletto presidente, la Chiesa spagnola resta al centro

ALTRI tre anni di governo per il cardinale Ricardo Blázquez Pérez. L’arcivescovo di Valladolid è stato rieletto presidente della Conferenza episcopale spagnola alla prima votazione. Considerando un primo incarico dal 2005 al 2008, per lui si tratta del terzo mandato al vertice di un episcopato tradizionalmente conservatore. Dal profilo moderato, classe 1942, su 78 voti espressi Blàzquez ne ha incassati 52, i cardinali Antonio Cañizares e Carlos Osoro rispettivamente 20 e 4. A chiudere monsignor Juan José Omella con un consenso; oltre a una scheda bianca. Quattro anni fa Bl'arcivescovo aveva ottenuto 60 voti su 73. Cañizares, 'il piccolo Ratzinger' che da ministro vaticano per il Culto divino aveva però deluso i sostenitori della 'riforma della riforma liturgica', è stato eletto vicepresidente.