Venerdì 8 Novembre 2024

Torino, 10 anni di carcere al ragazzo che lanciò una bicicletta dai Murazzi colpendo in testa uno studente

Il giudice ha concesso le attenuanti generiche per l’età (18 anni all’epoca dei fatti). Con l’imputato c’erano tre minorenni, già condannati in primo grado, e un’altra maggiorenne, che sarà processata a luglio. Il padre della vittima, ora in sedia a rotelle: “Nessuno si è mai pentito”

Murazzi di Torino, il luogo dove è stata lanciata la bicicletta (Ansa)

Murazzi di Torino, il luogo dove è stata lanciata la bicicletta (Ansa)

Torino, 19 marzo 2024 – E’ stato condannato a 10 anni e 8 mesi di carcere il 19enne accusato di aver lanciato una bicicletta dalla balaustra dei Murazzi del Po a Torino, colpendo in pieno uno studente universitario siciliano, da quella sera costretto in sedia a rotelle. Al processo con rito abbreviato il gup ha concesso all’imputato, Victor U., le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. La procura aveva chiesto 14 anni di reclusione. 

Il 19enne, accusato di tentato omicidio, non era solo. Con lui, che all’epoca aveva 18 anni, c’erano altri quattro ragazzi, tre minorenni, già condannati in primo grado (a 9 anni e 6 mesi, 9 anni e 4 mesi e 6 anni e 8 mesi).  A luglio invece ci sarà l’udienza di primo grado per l’altra maggiorenne che ha scelto il rito ordinario. 

Victor si è scusato, ma per la famiglia della vittima non si sarebbe veramente pentito. “La cosa che fa più male è che non abbiamo riscontrato pentimento da parte di nessuno” ha commentato il padre del giovane ferito, Giuseppe Glorioso, che ha assistito alla sentenza al processo con rito abbreviato.

Lungo Po Cadorna, è il 21 gennaio 2023. Dopo aver sputato sulla folla in fila per entrare in una discoteca ai Murazzi, un gruppo di ragazzi lancia una e-bike giù dalla balaustra. Il velocipede di venti chili fa un volo di 10 metri e finisce in testa a un ragazzo siciliano di 23 anni, lesionandogli le vertebre. Resterà paralizzato. La procura nella richiesta di condanna ha insistito sui futili motivi e sulla minorata difesa (al buio e nella confusione, la vittima non ebbe possibilità di parare il colpo). 

“Spero che la sentenza sia di monito per quei giovani che il sabato sera, credendosi invincibili, si rendono scriteriatamente autori di fatti di questo genere”, ha detto il difensore del diciannovenne, l'avvocato Luigi Tartaglino. Il legale è soddisfatto per  la concessione delle attenuanti. “È stato giusto tenere conto che il mio assistito era appena diciottenne all'epoca del fatto e, quindi, già maggiorenne ma non ancora pienamente maturo”. Si è anche detto “felice di aver stretto la mano al papà dello studente, una persona che sta sostenendo con grande dignità un dolore immenso”.