Martedì 23 Aprile 2024

Barbara Capovani, dalla tragedia alla speranza. Il suo rene salva la vita a un bimbo Donati tutti gli organi

Trapianto all’ospedale pediatrico Bambino Gesù: il piccolo era da tanto in attesa. Esportati anche fegato, cuore e polmoni. Il 3 maggio camminata silenziosa a Pisa

Barbara Capovani

Barbara Capovani

Pisa, 26 aprile 2023 – Pur senza alcun un lieto fine, la vita e l’amore macchiano la tela oscura dell’odio: una chiazza di luce si propaga nel buio della brutale aggressione a Barbara Capovani, psichiatra massacrata e uccisa a sprangate, fuori dal reparto dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, venerdì, nel tardo pomeriggio. Uno dei reni asportati nelle scorse ore alla dottoressa è stato trapiantato nel corpo di un bambino all’ospedale pediatrico "Bambino Gesù" di Roma. Un piccolo che attendeva da tempo un organo compatibile, senza mai riuscire a riceverlo. Fonti mediche confermano anche che il fegato è giunto a Milano, per un trapianto d’urgenza. Due interventi salvavita per un medico che ha compiuto il proprio lavoro fino in fondo, anche quando il cuore ha cessato di battere.

Le procedure di espianto degli organi della psichiatra, condotte dalle equipe chirurgiche dedicate dall’Azienda ospedaliera pisana, si sono concluse lunedì pomeriggio e già poche ore dopo i due reni, il fegato, il cuore e i polmoni erano giunti a destinazione. Un circuito di morte e di nuova vita coordinato dalla sapienza dei medici, da un sistema di eccellenze, ma anche dai Dadi lanciati dal destino. Un estremo atto di generosità della psichiatra pisana che conferisce ulteriore sostanza alle parole del suo compagno Michele Bellandi: "Non ha mai avuto paura di niente".

Il sacrificio della dottoressa intanto smuove, scuote e interroga la società. Da ogni parte della Toscana giungono adesioni alla camminata silenziosa che attraverserà il cuore della città di Pisa mercoledì 3 maggio. Una fiaccolata che ha origine nel ricordo di Capovani, per poi correre lungo i profili della denuncia. "Siamo lasciati soli a combattere contro persone che non sono pazienti, non sono malati ma sono soltanto dei delinquenti – tuona Angelo Cerù, direttore del Dipartimento Salute mentale e dipendenze della Asl Toscana Nord Ovest –. È necessario rivedere certe leggi e certi criteri sulla imputabilità dei pazienti". Intanto la Regione Toscana annuncia di volersi costituire parte civile nell’ambito del processo.

La vita della psichiatra è un contrasto di colori di fronte ai toni cupi dell’uomo accusato di averla uccisa a sprangate, che si trova ancora in stato di fermo nel carcere "Don Bosco" di Pisa. Lo "Sciamano", così si faceva chiamare Gianluca Paul Seung, 35 anni, stando proprio al referto medico redatto di pugno da Capovani, era afflitto da "disturbo narcisistico". Lui al centro dell’universo, proprio come quei venticinque secondi di filmato diffusi dal 33enne su WhatsApp, mentre riprende se stesso nel corso del blitz della polizia avvenuto, nella notte di sabato, nella sua abitazione. Una sequenza in cui Seung pare preoccuparsi più dell’inquadratura del cellulare che dell’arrivo delle forze dell’ordine. Una ossessiva ricerca dell’immagine, "premiata", in questa strana società, da una decina di utenti Facebook che hanno deciso di iscriversi, proprio in queste drammatiche ore, alla fantomatica e delirante associazione "Adup" fondata proprio dallo Sciamano.