di Claudia Marin
ROMA
Ripresa italiana a rischio, con le aspettative delle imprese gelate dal caro prezzi, dalla emergenza energetica e dall’incognita contagi. Standard & Poor’s calcola che i rincari dell’energia l’anno prossimo possano costare alle aziende italiane da 30 a 35 miliardi di euro. E nel giorno in cui l’Istat a chiare lettere certifica il boom economico del nostro Paese per il 2021, sono, però, gli analisti di Bankitalia a frenare l’ottimismo per il nuovo anno. Secondo l’indagine di Via Nazionale, i "giudizi sulla situazione economica generale e le attese sulle proprie condizioni operative nei primi tre mesi del nuovo anno sono meno favorevoli rispetto al periodo precedente. La dinamica della domanda resterebbe robusta, ma i ritardi nelle catene di fornitura e la recrudescenza della pandemia comporterebbero rischi al ribasso sull’attività per più della metà delle imprese".
Una sentenza dura, quella degli studiosi di Palazzo Koch, che d’altronde era nell’aria da settimane. Con le categorie della produzione, del commercio, dei servizi, da un lato, a chiedere un nuovo scostamento di bilancio da 30 miliardi di euro per finanziare ristori, calmierare bollette, rimpinguare la Cassa integrazione Covid. E il governo, dall’altro, contrario al rischio di un ulteriore deficit alla vigilia del delicato confronto europeo sulla revisione del Patto di stabilità. E pronto a mettere sul piatto non più di qualche miliardo, nonostante il pressing della Lega e dei grillini per andare ben oltre. Ieri Salvini, che ha incontrato gli artigiani della Cna, ha assicurato che ci saranno interventi. "C’è ampia convergenza su alcune proposte M5s come il contributo di solidarietà" di "produttori, fornitori o intermediari, che hanno ottenuto profitti stellari" in questi mesi e "sull‘azzeramento dell‘Iva sulla quota incrementale dei prezzi", dichiara il vice ministro dell’Economia, Laura Castelli.
Continuano a brillare, sempre più intermittenti, le luci di un 2021 che ha segnato, ci dice l’Istat, una forte ripresa italiana. "Nel quarto trimestre, la fiducia di famiglie e imprese si è mantenuta su livelli storicamente elevati, prefigurando il proseguimento della fase espansiva che ha caratterizzato i mesi precedenti". Lo sottolineano gli analisti dell’Istituto nella nota sull’andamento dell’economia italiana di novembre e dicembre: con l’indice di produzione industriale in aumento dell’1,9 rispetto al mese precedente e del 3,1 rispetto a febbraio 2020.
Dati che suscitano l’entusiasmo del ministro della Pa, Renato Brunetta: "L’industria italiana gode di ottima salute, anzi, fa da locomotiva in Europa. Se si dovesse registrare nell’ultimo trimestre 2021 una crescita attorno al +1% dovremmo rivedere al rialzo, ancora una volta, le previsioni di crescita dell’economia italiana dal +6,3% al +6,4% o perfino al +6,5%". Ma la diagnosi firmata dagli economisti di Bankitalia pesa come una spada di Damocle.
Secondo l’indagine, i "giudizi sulla situazione economica generale e le attese sulle proprie condizioni operative nei primi tre mesi del nuovo anno sono meno favorevoli rispetto al periodo precedente. La dinamica della domanda resterebbe robusta, ma i ritardi nelle catene di fornitura e la recrudescenza della pandemia comporterebbero rischi al ribasso sull’attività per più della metà delle imprese". Non solo. Il saldo fra valutazioni di miglioramento e peggioramento si è ridotto a meno di un terzo rispetto ai livelli storicamente alti registrati nella rilevazione condotta fra agosto e settembre".
E per i prossimi mesi? L’aumento dei prezzi proseguirà, dice lo studio di Bankitalia. Le aziende "hanno rivisto significativamente al rialzo i listini nell’ultimo trimestre del 2021 e le loro aspettative sull’inflazione al consumo sono salite ben oltre la soglia del 2 per cento su tutti gli orizzonti di previsione".