Giovedì 9 Maggio 2024
ACHILLE PEREGO
Cronaca

Appello di hotel e bar: superare il Green pass

L’allarme: l’obbligo di lasciapassare rafforzato limita le prenotazioni per San Valentino. Anche il settore del turismo sul piede di guerra

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di Achille Perego

La burocrazia da Covid non deve frenare la ripresa già messa a rischio dalla corsa dei prezzi. E l’Italia "non può essere ostaggio di pochi milioni di non vaccinati". Luciano Sbraga, vice direttore di Fipe-Confcommercio riassume così l’appello al governo di baristi e ristoratori, ma anche il comune sentire dei settori – dagli alberghi al turismo organizzato – colpiti dalla pandemia e che oggi non capiscano perché coi contagi in rallentamento, non si sia ancora preso in esame la revisione del sistema dei Green pass.

Costretta dall’Europa, l’Italia ha dovuto far cadere le barriere per chi arriva da un Paese Ue al quale basta il Green pass base. "Ma poi – avverte il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – se vuole alloggiare in un hotel deve esibire un’altra volta il Green pass e in molti casi sottoporsi a un tampone senza spesso sapere dove eseguirlo". Così di fronte a Paesi nostri concorrenti come Francia, Spagna, Gran Bretagna e Grecia dove questi controlli non ci sono, si chiede Bocca, "tra Roma, Parigi, Londra o Madrid dove pensa che andrà a Pasqua un turista straniero?". Quello che serve sono una semplificazione delle normative e un adeguamento rispetto all’andamento riflessivo della pandemia. Anche perché, chiosa Bocca, l’Italia può anche mantenere le restrizioni ma con adeguati ristori. Invece, i soldi non ci sono, i Green pass sì.

"Il rischio è che, senza un alleggerimento delle norme – aggiunge Stefano Dall’Ara, presidente del gruppo Robintur e vice presidente di Fto-Confcommercio –, si freni il ritorno alla voglia di viaggiare e le prenotazioni per Pasqua, dopo due anni di crisi del turismo organizzato, e un gennaio cominciato peggio che nel 2021".

Ma il liberi tutti, avverte Pier Ezhaya, presidente di Astoi-Confindustria Viaggi, dopo l’attuale semilibertà ampliata col recente raddoppio da 6 a 12 dei corridoi turistici nel mondo, dovrebbe tenere conto dei tempi delle prenotazioni perché, se fosse deciso il 31 marzo con la fine dello stato d’emergenza, già sarebbero in parte compromesse le prenotazioni per Pasqua.

"Il Green pass rafforzato per ristoranti e bar – sottolinea Sbraga – sta frenando anche le prenotazioni per le cene di San Valentino sebbene non credo che tra fidanzati ci sia il distanziamento interpersonale". Quindi? "Servirebbe subito, anche da domani, un salto in avanti togliendo l’obbligo dei Green pass – da lasciare solo nelle zone rosse – che pesa su un settore che rispetto al 2019 ha perso 32 miliardi nel 2020 e l’anno scorso era ancora sotto di 24".

Un sospiro di sollievo lo hanno tirato invece tabaccai ed edicole al chiuso, per cui c’è solo l’obbligo dei controlli a campione dei Green pass. "Una misura – spiega Giovanni Risso presidente Fit – che almeno evita le code". Anche se sarebbe auspicabile vedere tabaccherie ed edicole al chiuso immuni dai Green pass anche perché, chiosa Andrea Innocenti, presidente di Snag, l’acquisto dei giornali è impulsivo e confusa la norma dei controlli a campione che dovrebbero competere all’edicolante ma senza numeri preordinati. Come dire: uno, nessuno e centomila!