Roma, 24 aprile 2023 - Allergie, ma il picco è arrivato? “Abbiamo concentrazioni molto alte ma non possiamo ancora dire che questo sia il picco. Perché la primavera di quest’anno è una stagione davvero molto particolare, dopo un inverno altrettanto particolare”, chiarisce Emma Tedeschini, già presidente della Società italiana di aerobiologia, medicina e ambiente (Siama). Insomma gli sbalzi continui, anche nelle temperature, rischiano di avere pesanti conseguenze anche su chi soffre di allergie. Ecco cosa c’è da sapere.
Un continuo stop and go
“Anche in passato ci sono stati momenti non costanti. Ma quest’anno il fenomeno è molto più accentuato. Il ritmo dei pollini non è più settimanale ma cambia all’interno della stessa giornata. Registriamo un’escursione molto evidente. È chiaro che siamo un po’ impreparati perché fino ad oggi le nostre letture sono state fatte sulla giornata, non da un’ora all’altra”.
“Sistema di raccolta dati da rivedere”
“Andrebbe rivisto un po’ tutto – osserva Tedeschini -. Con alcuni colleghi avevamo già fatto un esperimento durante il periodo del Covid, quando c’erano finestre orarie per le passeggiate. E anche allora si intravedeva un’escursione giornaliera nella concentrazione dei pollini anche importanti per gli allergici, come le graminacee. Quindi il nostro sistema di monitoraggio deve essere aggiornato al clima di adesso che è estremamente variabile”.
Quali ricadute sulla salute?
“Le ricadute sulla salute sono notevoli per un soggetto allergico. Non solo gli ‘attacchi’ sono più numerosi ma quando il nostro corpo è ‘partito’ con la sensibilizzazione non torna indietro, nel giro di qualche ora. Perché ormai si è innescata una reazione allergica”.
Come ci possiamo difendere?
“Può risultare molto utile indossare le mascherine e gli occhiali. Possono sicuramente aiutare, quando si è particolarmente sensibili e quindi ancora più esposti agli sbalzi di temperatura e di umidità. Pensiamo anche ai nostri occhi, perché le mucose sono completamente esposte”.