di Giovanni Rossi
Ieri un arresto per pedopornografia sul darkweb e altri due per abusi sessuali su minori a Monza e Bologna, dopo quello di martedì a Tivoli, sempre per reiterate violenze ai danni di ragazzini. Quattro misure cautelari in due giorni in un ambito giudiziario così specifico scavano i sentimenti dell’opinione pubblica ma al tempo stesso svelano la costante azione degli inquirenti in una frontiera delicatissima. Con risultati tangibili che, grazie anche ai moltiplicati sforzi investigativi, segnalano numeri in evoluzione almeno nel contesto web. In particolare in tema di pedopornografia on line, i dati del primo trimestre 2023 validati dal ministero dell’Interno indicano -51% di casi rilevati (688) rispetto al corrispondente periodo del 2022 (1.390). Certo 688 casi da gennaio a marzo equivalgono a oltre 7 casi di media giornaliera e restano un’enormità. Ma sono pur sempre meno della metà di quanto emerso nei corrispondenti mesi del 2022. Scendono del 27% anche gli adescamenti on line (90, da 123, sempre su base trimestrale), mentre aumentano le estorsioni sessuali ai danni di minori (+122%, 40 rispetto a 18, con afflittività crescente nella fascia 14-17 anni) e i casi di revenge porn (+100%, 12 casi, sempre in tre mesi, rispetto ai 6 del corrispondente periodo 2022).
Emblematica l’operazione eseguita ieri, su ordine dalla procura di Roma. La cattura di “Shadow“, 50enne uomo ombra del darkweb, predone sessuale e commerciante di immagini pedopornografiche inseguito da 10 anni dalle polizie di mezzo mondo, chiude con successo una complessa indagine internazionale. Una vita da professionista insospettabile e un anno di sostanziale inattività non sono bastati all’indagato per far perdere le proprie tracce. Nei file sequestrati dalla polizia postale migliaia di foto e video con minori violati. L’elenco delle contestazioni avanzate dalla procura di Roma e condivise dal gip è impressionante: violenza sessuale aggravata, associazione per delinquere finalizzata alla diffusione di pratiche di pedofilia, alla condivisione di notizie utili all’adescamento di minori e allo scambio, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Il faro degli inquirenti ora illumina ogni possibile traccia dei compratori di materiale pedopornografico dopo la fine di TLZ (The Love Zone), la comunità virtuale pedofila precedentemente smascherata.
Appartengono invece al novero – non meno terribile – degli abusi domestici in ambito familiare gli arresti compiuti a Monza e a Bologna. I fatti di Monza risalgono a un anno fa, quando durante un pigiama party lo zio avrebbe palpeggiato la nipote 11enne nelle parti intime. Le indagini, avviate in seguito alla denuncia sporta ai carabinieri dai genitori della piccola, si sono basate sulle audizioni protette di vittima e testimoni. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip su richiesta della procura brianzola addebita al familiare una condotta "sintomatica di attrazione irrefrenabile verso soggetti immaturi la cui capacità di resistenza a offerte sessuali insidiose è assai debole". L’età della vittima bolognese, al momento delle violenze in una famiglia abitante in provincia, scende invece addirittura a 7 anni. Lo zio acquisito, uno straniero di 64 anni ora sottoposto a misura cautelare, avrebbe abusato la nipote in almeno 12 occasioni. Ad accorgersene la mamma della bambina che ha notato l’uomo accarezzare le parti intime della figlia durante un ritrovo familiare.
Intanto Rete l’Abuso, unica associazione in Italia che raggruppa le vittime di abusi sessuali in ambito religioso, annuncia la costituzione di parte civile nel caso del 46enne ex insegnante di religione agli arresti per almeno quattro episodi abusi sessuali a danni di minori. Lista che a giudizio della polizia di Tivoli appare destinata ad allungarsi.