Mercoledì 8 Maggio 2024

Oms, quante giravolte. Ora basta, non dobbiamo più ascoltarli

Dall’allarme in ritardo sulla pandemia al "non c’è contagio fra esseri umani". E sui guanti e le mascherine...

Un'operatrice sanitaria esegue un tampone, foto generica

Un'operatrice sanitaria esegue un tampone, foto generica

Dal 10 gennaio e fino a ieri, ovvero per 151 giorni, gli esponenti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) parlando di Covid-19 hanno detto tutto e il suo contrario. L’ultima sparata è della dottoressa Maria Van Kerkhove, 43 anni, epidemiologa americana: "È molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il Coronavirus". Se non fossimo di fronte a una tragedia dovrebbe partire un coro di pernacchie. Ma qui servirebbe ben altro. Perché l’Oms ha gravi responsabilità nella morte di 400mila persone (l’intera popolazione di Bologna, per capirci) uccise dal virus. 

E, forse, ci vorrebbe un processo. Non dico come quello che si svolse a Norimberga contro i gerarchi nazisti (vista anche la sinistra coincidenza con il numero che spinse gli Stati Uniti a chiederlo: c’era da rendere giustizia, infatti, a 400mila militari morti Oltreoceano). Ma nella guerra al Covid-19 gli ufficiali della sanità di tutto il mondo, gli eroi in camice bianco, e i loro soldati, i pazienti, hanno pagato anche, per non dire soprattutto, i ritardi, le incertezze, le contraddizioni di Tedros Adhanom Ghebreyesus, 55 anni, eritreo, numero uno dell’Oms, e dei suoi collaboratori. Partiti, da subito, con il piede storto. Il 10 gennaio, pensate, Ghebreyesus fa i complimenti alla Cina per aver tempestivamente condiviso le scoperte sul virus. In realtà, Pechino ha taciuto per settimane (forse mesi) fatali.

Il 14 gennaio Taiwan lancia l’allarme sul pericolo di trasmissione da uomo a uomo: l’Oms smentisce in base a ciò che dice la Cina. E solo il 23 gennaio discute se lanciare l’allarme dichiarando Covid-19 emergenza sanitaria globale. Ma Pechino si oppone. Allora Ghebreyesus vola dal leader comunista Xi Jinping, 66 anni. Risultato: cinque giorni dopo, il 28, elogia nuovamente la Cina, invitando il mondo a non vietare i viaggi dal Paese che ha 60 milioni di persone in lockdown. Possibile?

Passano 48 ore ed è dietrofront: a un mese da quando il virus è stato isolato a Wuhan e con 8.000 malati, ormai, in 19 Paesi, l’Oms dichiara finalmente l’emergenza sanitaria mondiale. Ma si ostina a sbagliare. Infatti, se il 31 gennaio la rivista Lancet denuncia che nei dati cinesi non vengono inclusi gli asintomatici (1 su 3 degli infetti, secondo i dati segreti di Pechino), l’Oms, nel rapporto finale della missione in Cina (16-24 febbraio), sostiene che «la percentuale di infezioni veramente asintomatiche sembra essere rara e non appare un fattore trainante della trasmissione». Ovvero: «Un paziente è sospetto solo se ha i sintomi e un contatto con la Cina". Quindi, niente tamponi a tappeto.

Come, grazie all’intuizione del dottor Andrea Crisanti, 65 anni, si decide, invece, di fare a Vo’ Euganeo, salvando chissà quante vite. Fino a che l’11 marzo, quando i Paesi contagiati sono, ormai, 114, Ghebreyesus finalmente dichiara: "La pandemia è globale". Ma soltanto a metà mese, dopo che un’altra rivista, Science, indica negli asintomatici la causa del 79% dell’infezione, l’Oms raccomanda i test per tutti i contatti di una persona colpita da virus: "La nostra definizione di caso infetto include anche gli asintomatici. Dalla Cina sappiamo che il 75% degli asintomatici in seguito ha sviluppato i sintomi" spiega Van Kerkhove. Che ieri ha detto l’opposto.

Mica è finita. Il 6 aprile l’Oms continua a non consigliare le mascherine per tutti, nonostante l’alta percentuale di ignari portatori di virus. Sempre lei, la Van Kerkhove: «Le mascherine servono a chi lavora in prima linea. Se non ne avete bisogno per favore non indossatele». Stop. La verità è una sola: non bisogna dar retta all’Oms, baraccone che brucia 4,5 miliardi di dollari per mantenere 7 mila burocrati in tutto il mondo. Basta. Ascoltiamo, invece, i bravi medici italiani che si sono ingegnati per curare un male sconosciuto. E hanno salvato migliaia di persone. Alla faccia di Ghebreyesus, dei suoi complici cinesi e dell’improbabile dottoressa Van Kerkhove.