Martedì 30 Aprile 2024

Sisma 2016, i terremotati 'accerchiano' Roma

Due manifestazioni di protesta in programma il 18 maggio e il 1° giugno

I terremotati del centro Italia scendono in piazza

I terremotati del centro Italia scendono in piazza

Muccia (Macerata), 4 maggio 2019 - Accerchiano Roma, convinti di non avere “governi amici”. Tra poco saranno tre anni dalle prime scosse che dal 24 agosto 2016 hanno devastato Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. I terremotati continuano a sentirsi dimenticati dalla politica e vanno all’attacco, con due manifestazioni diverse. La prima il 18 maggio, a Roma sfilerà il Coordinamento Centro Italia. Il 1° giugno altri comitati hanno organizzato quattro sit in a Grisciano di Accumoli (Rieti), Norcia e Preci (Perugia), Maddalena di Muccia (Macerata); da lì cortei di auto si dirigeranno verso il Raccordo anulare. Uno slogan su tutti: “Basta, vogliamo la ricostruzione”. I protagonisti delle due manifestazioni sono diversi, i gruppi nati dopo il sisma sono tanti. Ma perché eventi distinti? “Abbiamo deciso di aspettare le elezioni, non vogliamo correre il rischio di essere strumentalizzati”, chiarisce Diego Camillozzi, anima del comitato ‘La terra trema noi no’.  Flavia Giombetti di Tolentino, tra i portavoce del Coordinamento, chiarisce  invece: “Abbiamo cercato in tutti i modi di unire le cose, ma ci sembrava importante fare la manifestazione prima delle Europeee. Lo diciamo apertamente, per noi andare in piazza è anche uno strumento di pressione. Siamo stanchi delle promesse non mantenute e delle bugie. A Roma devono capirlo. Quanti saremo? Difficile fare previsioni, mi auguro tantissimi. Noi dobbiamo essere la voce anche di tanti anziani che non ce la fanno a manifestare”. Un sentimento di delusione ribadito nella nota firmata con  Roberto Micheli: “Siamo stanchi di un governo che promette e non mantiene e lascia al proprio destino un territorio così vasto”. Perché in questa parte d’Italia, denunciano, “il tempo si è fermato. Nel cuore dell’Appenino la ferita del sisma è ancora aperta”. Anni di battaglie, “siamo scesi in strada nei nostri territori, siamo scesi in piazza a Roma, abbiamo protestato ma abbiamo anche proposto. Abbiamo scritto emendamenti alle leggi, partecipato ad infinite riunioni, i governi si sono alternati ma la risposta è stata sempre la stessa: una ricostruzione inesistente, un modello che è imploso su se stesso e andrebbe cambiato radicalmente perché inadatto, la mancanza di visione e programmazione a medio termine”. Mentre “il centro Italia colpito dal terremoto continua a morire lentamente”.