Martedì 30 Aprile 2024

Monti Sibillini rudi e veri

Da tutta Europa arrivano gli scialpinisti, ad accoglierli il calore autentico della gente

Monti Sibillini rudi e veri

Monti Sibillini rudi e veri

Sull’asse d’equilibrio della spina dorsale appenninica, in bilico tra due regioni, la cresta è sottile come la punta d’una lama di coltello. Quello per fare a fettine una tagliata. Sci, pelli e rampant sono arpionati all’infinitesimale filo ghiacciato della cima del Redentore, schiaffeggiata da un vento isterico. Quattro tizi a testa bassa, col volto incorniciato in una cuffia, fissando riverenti la sottile linea bianca, guardano. Sono tedeschi. Della Baviera. E c’è anche un amico olandese. Ma che diavolaccio ci fanno sui cucuzzoli del regno della Sibilla?  Magie e pozioni dell’epica ammaliatrice non c’entrano. Sono solo normale habitat naturale per gli scialpinisti che bazzicano questa catena. I raid teutonici sono una costante. Del turismo green e soprattutto white, quello della neve e degli skialper. Quassù il terremoto, su questo fronte, ha colpito solo di striscio. E una certezza non è crollata: l’unicità dei monti Sibillini nello scialpinismo. Da tutta Italia e da tutto il mondo vengono per assaporare la neve delle creste uniche e rare. ’Weiss grat’, si direbbe in tedesco, di pregevole fattura. Raid come quelli da Forca di Presta alla croce del Vettore, sciabattando per la sella delle Ciaule, sono rari. E poi il canale dei Mezzi Litri a scendere e la Valle Santa a salire sono incantesimi al cospetto del re dei Sibillini. Che per gli skialper europei non è la celeberrima voragine del sisma che ha fatto il giro del mondo social ma un autorevole montagna da salire e celebrare. Non un capolinea della vita. Ma un punto da cui partire. Sotto, briciole di paesi e borghi. Sopra, vette da cui riprendere il volo. E che dire degli itinerari scialpinistici di monte Castelmanardo e monte Bove? E della Priora Pizzo della Regina? 

Lasciare la propria firma sulla neve, con la visuale lontana dei laghi di Pilato, sotto la conca del Vettore, trascende ogni distruzione. E da una curva e da tutto quello che può portarsi nel cuore, nasce la scia della speranza. A valle, non sarete accolti da baite calde. Ma da calde popolazioni che tra i Sibillini, il Gran Sasso (splendide le visuali) e la Laga blindano tradizioni resistenti ad ogni sisma. A Pretare, in groppa al Vettore, dopo una discesa candida dalla Valle Santa del Vettore, dove una volta c’erano case, troverete qualcosa di più: il rifugio degli Alpini, prima a Forca di Presta, vi ristorerà con tutto il calore dei Sibillini. Ora è un prefabbricato nello scenario più naturale che ci sia. Uno scrigno di bontà. Quassù e a zonzo per le valli, skialper audaci potranno gustare zuppe di lenticchie e castagne, pecora alla brace, ciauscolo (o salame spalmabile), coratella e sapore di calduccio buono. Magari al ritorno da una marcia in cresta e da una discesa nella neve polverosa di primissima  primavera. È un sapore antico e privilegiato. Senza baite e raffinatezze. Ma troppo rude e vero per non credere in queste vette autentiche.

 

ITINERARIO 2

Sul Catria l’ascesa alla croce

Nella parte più a nord delle Marche, pregevoli alcuni itinerari scialpinistici sul monte Catria e sul Nerone. Sul Catria, da non perdere l’ascesa da Malecchie (Chiaserna) alla croce. In discesa estremamente panoramica e divertente. Eccezionale il panorama dalla sommità  del Catria sui Sibillini, il San Vicino e il monte della Strega oltre che sulle alture della gola del Furlo, celebre per l’antica galleria romana. Sul Nerone notevole l’ascesa alla Montagnola dal versante di Pianello, una discesa esaltante.

 

LA GUIDA

Consigli per andare sicuri

Guide preziose per le gite scialpinistiche sui monti Sibillini sono gli immortali lavori di Mainini, Beretta e Renzi "Scialpinismo sui monti Sibillini" e di Luca Mazzoleni, autore di libri che non possono mancare nella biblioteca di ogni skialper. Mazzoleni ha scritto guide importanti che riguardano anche la zona dei Sibillini, con grande cura e amore per questa parte di Appennino. I lavori di questi autori sono anche ottime informazioni sulla storia alpinistica dei Sibillini.

 

ITINERARIO 1

Valle Santa poi verso il Vettore

Tra gli itinerari scialpinistici di maggior pregio, la risalita del Vettore dalla Valle Santa (versante di Castelluccio di Norcia). Primo tratto dolce e poi impegnativo, quindi risalita fino alla sella delle Ciaule e poi tratto più ripido fino alla cima del Vettore, con croce. Percorso a ritroso fino al proprio mezzo. Splendida la visuale su Laga, Piane di Castelluccio e resto dei Sibillini, sul Terminillo, il Gran Sasso e la Majella. Occhio, come sempre e rigorosamente, alle condizioni meteo e al bollettino valanghe.

 

SAN MINIATO

Re tartufo

Quella di quest’anno è l’edizione numero 49 della Mostra mercato nazionale del tartufo bianco di San Miniato, un’occasione durante la quale si danno appuntamento le altre eccellenze del territorio, come il vino e gli altri prodotti dell’Associazione Vignaioli, oppure realtà importanti come la Savitar (info www.savitar.it). La stagione del tartufo bianco di San Miniato culmina con la Mostra mercato. Iniziative ed eventi sono disseminati tra borghi e centri storici.

 

SICUREZZA

Cosa infilare nello zaino

Mai partire per una spedizione scialpinistica sui Sibillini senza alcune misure di prevenzione e sicurezza: consultare più che accuratamente il meteo e il bollettino valanghe. Inserire nello zaino il rosario di ogni scialpinista: pala, arva (apparecchio di ricerca in valanga) e sonda. Lasciare sempre un messaggio che indichi ndettagliatamente dove ci si è recati in modo da poter indirizzare bene i soccorsi. I Sibillini sono soggetti a condizioni metereologiche instabili, per cui prestate particolare attenzione a queste raccomandazioni.