Ha segnato solo due gol in stagione con il Tottenham di Antonio Conte, ha giocato una prima parte di gara del tutto anonima e forse nei pensieri del ct del Brasile Tite c’era anche l’idea di sostituirlo. Poi lui, Richarlison de Andrade, il centravanti cresciuto nelle favelas dove vendeva gelati, si è guadagnato la copertina nel giorno di Ronaldo, è diventato la prima star di questo Mondiale con una doppietta da urlo, primo gol da attaccante vero su prodezza di Vinicius e spettacolare raddoppio con stop alto e girata imprendibile nell’angolino basso, dove i 202 centimetri di Milinkovic-Savic non potevano arrivare. La doppietta dell’ex attaccante della Fluminense ha avuto un merito enorme: quello di far esplodere in tutta la sua potenza il Brasile, fino a quel momento padrone del campo ma non così sciolto da far capire fino in fondo l’immenso potenziale del suo talento. Dall’1-0 del biondo centravanti in poi la Serbia è sparita, il Brasile ha trovato una forza dio squadra impressionante con Vinicius e Neymar a inventare su ogni pallone, Casemiro a reggere il centrocampo da solo e fermato soltanto da una clamorosa traversa, Danilo e Thiago Silva insuperabili. Quasi quasi sembrava forte anche Alex Sandro (che ha colpito un palo) in una squadra di talento e Samba ma anche (e questa per il Brasile è una novità) di grande sostanza. La Serbia di Vlahovic (entrato a giochi quasi fatti) e di Milinkovic-Savic si giocherà il passaggio del turno con la Svizzera che ci ha eliminato dal mondiale. Ma rispetto al Brasile è un altro mondo.
a. c.