Mercoledì 24 Aprile 2024

Giù l'Iva, sconti e rate contro il caro-energia

Draghi studia nuove misure anti-aumenti: 700 milioni per le imprese. Ma l’ipotesi del contributo di solidarietà affonda le multiutility in Borsa

La crescita del prezzo dell'energia elettrica

La crescita del prezzo dell'energia elettrica

Il pressing dei partiti ha avuto effetto. Entro la prossima settimana il governo varerà un nuovo provvedimento contro il caro-bollette. Un intervento in due fasi: la prima diretta alle imprese, con una dote che si avvicinerà ai 700 milioni di euro. La seconda, invece, destinata alle famiglie. I dettagli sono ancora allo studio, ma l’obiettivo è quello di contenere al massimo i maxi aumenti, anche dell’ordine del 40%, che si stanno registrando sul fronte dell’energia.

Nel menù dei possibili interventi una sterilizzazione dell’Iva sulle bollette e sconti per le imprese, oltre alla rateizzazione senza interessi. Il problema sono le coperture. Una parte delle misure potrebbe essere finanziata con i proventi delle aste per le emissioni di Co2, come suggerito del resto anche dall’Ue. Ma l’altra parte dovrebbe arrivare dal "contributo di solidarietà" sui maxi-profitti incamerati dalle società energetiche grazie ai rincari. Un’ipotesi che ieri ha mandato in fibrillazione i mercati, con un calo generalizzato a Piazza Affari di tutto il settore delle utility. Enel e Erg hanno lasciato sul terreno il 2%, Alerion addirittura il 4,7%, più contenute le perdite di Iren, A2a ed Hera. Ma il vero terremoto c’è stato in Francia, dove il colosso dell’energia, Edf, è stato travolto da una valanga di vendite che ha letteralmente fatto crollare il titolo: -16%.

A causare lo scivolone è stato il piano anti-rincari. L’esecutivo guidato da Macron ha infatti fissato una soglia massima per gli aumenti delle bollette al 4%, quasi dieci volte in meno rispetto al +35% previsto dal primo febbraio. Una misura che dovrebbe avere un impatto fra i 7,7 e gli 8,8 miliardi sui bilanci di Edf. Tanto che l’azienda ha già annunciato un possibile aumento di capitale. Ma la mina dell’energia è ormai esplosa in tutto il vecchio Continente. Oltre al salasso per le famiglie quantificato in 100 miliardi da Assoutenti, anche le imprese sono preoccupate. Per Aurelio Regina, delegato per l’energia del presidente di Confindustria, le aziende rischiano quest’anno una stangata da 37 miliardi. Senza contare l’impatto sull’occupazione delle aziende cosiddette "energivore" che saranno costrette a chiudere i battenti a causa dell’impennata record dei prezzi: in bilico 500mila posti di lavoro. Il tema preoccupa, non poco, anche la Bce.

Ieri, la presidente dell’istituto di Francoforte, Christine Lagarde, ha invitato ad accelerare gli investimenti "sulle rinnovabili e sul green". Mentre da Bruxelles, il portavoce della Commissione Europa ha fatto sapere che si farà tutto il possibile per affrontare il problema "sia sul lato del mercato che da quello della competizione".

Ma oltre la Francia, anche gli altri Paesi si sono mossi per tempo per fermare la corsa dell’energia. La Spagna ha varato un piano-choc dimezzando l’Iva sulle bollette e sospeso l’imposta del 7% sul valore dell’energia. In Germania è stato tagliato del 42,7% il contributo che i consumatori pagano per sostenere le energie rinnovabili con 3,25 miliardi raccolti dalla carbon tax.