Mercoledì 8 Maggio 2024

Nei luoghi cari a David Bowie

Per un omaggio al un itinerario nei Paesi e nei posti dove ha vissuto e che ha amato di Gloria Ciabattoni

David Bowie

David Bowie

Non sono certo un' ’esperta di musica, ma la scomparsa di David Bowie mi ha colpita moltissimo: era uno dei mei pochi idoli e non so se più mi piacevano le sue canzoni o quello che lui rappresentava: ribellione, essere fuori dalle righe, superare i tabù e i confini e i generi (maschile e femminile si confondevano in lui, o almeno così voleva far credere). Il tutto supportato da un talento straordinario e non solo musicale. Il film L’uomo che cadde sulla terra, del 1976, che lo vede protagonista, per me è un capolavoro di poesia inarrivabile. I suoi numerosissimi fan sicuramente daranno luogo a un turismo particolare: andare nei luoghi a lui cari. Chi vuole ritrovare le tracce del ‘duca bianco’ comincerà dunque da Londra, dal quartiere di Brixton dove nacque David Robert Jones l’ 8 gennaio del 1947 e dove visse fino ai sei anni. Oggi il luogo è meta di pellegrinaggio per molti, giovani e non. Si tratta di Stansfield Road, numero 40, una villetta a schiera oggi disabitata. Una zona povera, questa, ma che stà diventando di moda, colorata e con un mercato a metà strada fra l’Africa e i Caraibi che attira anche non pochi turisti. Qui approdarono i migranti dalle ex colonie britanniche già alla fine degli anni ’40, e questo fece del quartiere un piccolo crogiuolo di microcriminalità, ma anche di creatività, che alla lunga ha portato Brixton ad essere un luogo molto frequentato da chi ama il reggae e il rap. E poco importa se il ‘duca bianco’ con quei ritmi ha avuto poco a che spartire, lui icona rock e pop: sicuramente in queste vie nei prossimi giorni crescerà il pellegrinaggio dei suoi numerosissimi fan. Per vedere le abitazioni più recenti di Bowie bisogan poi recarsi a New York nel quartiere di Noho a Manhattan  (a pranzo andava a Momofuku Ko, sempre a New York). Ha abitato a lungo (e si è anche sposato civilmente) a Losanna, in un primo tempo in uno chalet di Blonay, poi al Signal de Sauvabelin, un’ampia villa situata sopra Losanna, dimora che fu poi messa in vendita nel 1997. I Bowie in vacanza andavano a Ibiza, per un weekend romantico a Cape Code.   Anticonformista e rivoluzionario, ma anche romantico e tradizionale: infatti quando Bowie chiese la mano alla belissima Iman lo fece non in un posto strano ma nella romanticissima Parigi, a bordo di un battello noleggiato appositamente e cn un ristorante tutto per loro, lungo la Senna, e la domanda di matrimonio fu pronunciata mentrel’imbarcazione passava sotto Pont Neuf. Si sono poi sposati nel 1992 nella chiesa episcolale di St. James a Firenze. Nell’occasione in un’intervista Bowie dichiaro: “Ho promesso a Iman che le regalerò una bellissima casa, alcune per l’esattezza. La casa più importante, quella che noi amiamo di più, è un castello in Svizzera. Abbiamo anche una deliziosa ed eccentrica casa in stile indonesiano ai Caraibi e un appartamento (ma credo sia qualcosa di più) a Los Angeles che usiamo occasionalmente”.

Un’altra città cara a Bowie è Berlino, dove visse alla fine degli anni Settanta e dove trovò un’atmosfera culturale che fu fonte d’ispirazione. In un’intervista al Tagesspiegel del 2002 ricorda i luoghi a lui cari: la strada dove abitava, Hauptstraße 155, a Schöneberg, poi l’”Exil”… (che non c’è più, oggi c’è l’ Horvath, in Paul-Lincke-Ufer 44a), poi la discoteca  “Dschungel”, il club in Nürnberger Strasse. Per deliziare il palato raccontò che andava al Wannsee doe c’era un ristorante «dove mangiavamo fegato di pollo e roba del genere», ma si comprava anche manicaretti da asporto al KaDeWe, nel reparto alimentari. Adesso è difficile pensare che il traformista della musica non ci sia più. Impossibile pensarlo seppellito da qualche parte. A me piace credere che sia tornato  sul pianeta dal quale venne come «uomo caduto sulla Terra». Perché i miti non muoiono. Vivono per sempre.

Gloria Ciabattoni

11/01/2016