Venerdì 17 Maggio 2024
NINA FABRIZIO
Cronaca

Un primo passo

Papa Francesco (LaPresse)

Papa Francesco (LaPresse)

UNA CHIESA non più immobile. Dall’esito sul Sinodo sulla famiglia esce una comunità ecclesiale non più barricata sulla difesa della dottrina, ma capace di declinare il proprio atteggiamento pastorale sulle esigenze che nascono nella società, specialmente dalle realtà più sofferenti. Nella relatio finalis approvata ieri dopo tre settimane di dibattiti cade il no alla comunione ai divorziati risposati, quel divieto che per il fronte conservatore rappresentava una sorta di linea del Piave. Una prima apertura che diviene cruciale perché capace di spostare l’asse della Chiesa in un senso più decisamente riformista. E allo stesso tempo dal risultato del Sinodo, vero banco di prova del pontificato su un tema chiave come la famiglia, Francesco esce rafforzato, avendo dimostrato, anche a dispetto delle previsioni della vigilia, di essere riuscito a comporre le divisioni e a portare la Chiesa sulla sua linea.

UNA CHIARA vittoria per il Pontefice argentino preso di mira anche durante il Sinodo da iniziative come la lettera dei 13 cardinali conservatori, tra cui i rigoristi George Pell e Robert Sarah, il cui obiettivo ultimo era mettere in discussione la sua guida e le sue scelte. Vittoria alla quale Bergoglio è arrivato sapendo ispirare la linea del «discernimento» e del «caso per caso» sulla comunione ai divorziati risposati che lascia eventualmente campo aperto a chi a livello locale vorrà mantenere posizioni di maggior rigore. Nella direzione di quella chiesa decentralizzata che ha in mente. La fronda interna esce frantumata dall’assise, questa sì rivelandosi divisa e alla fine ininfluente, asserragliata in una sterile opposizione. "L’esperienza del Sinodo – ha detto Francesco – ci ha anche fatto capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la Lettera ma lo spirito, non le idee ma l’uomo". Parole che si ricollegano al momento che ha fatto da spartiacque nell’assemblea dei vescovi, con l’irruzione di realtà del bambino che ha spezzato la sua ostia per condividerla con i genitori, entrambi risposati, perché non soffrissero dell’esclusione dal sacramento. La commozione dei vescovi ha creato il clima che ha portato al consenso finale.