Giovedì 16 Maggio 2024

Tavella: "La vita è breve, va goduta in modo sano"

Il cooperante ucciso in Bangladesh aveva descritto se stesso e le sue passioni sul sito Couchsurfing: "Amo viaggiare, leggere, nuotare, fare trekking e yoga""

Cesare Tavella in un'immagine del 2005 in Yemen (Ansa)

Cesare Tavella in un'immagine del 2005 in Yemen (Ansa)

Dacca (Bangladesh), 28 settembre 2015 - Sul suo sito Couchsurfing di scambio ospitalità Cesare Tavella - il cooperante italiano ucciso in Bangladesh - descriveva se stesso come una persona curiosa di scoprire questo grande mondo, fortunata per avere un lavoro che lo fa viaggiare e che gli permette di incontrare persone fantastiche. Una filosofia di vita, la sua: "Il mio tempo qui è troppo breve per non provare e godere quanto possibile in modo sano e positivo - scriveva - Vorrei sapere io stesso, la mia missione nella vita. Non è così facile. Di  formazione era veterinario, come lavoro insegnava nei Paesi in via di sviluppo come coltivare e allevare animali, ma soprattutto era uomo di grandi passioni. Oltre a quella del viaggio, amava "leggere, nuotare, fare trekking e yoga", amava "buon vino e cibo, musica, notti fuori, parlare e scoprire idee persone". E di sè diceva di essere un tipo "di mentalità aperta per lo più sorridente", con momenti in cui si ritraeva nel suo "bozzolo". Come cooperante, aveva viaggiato davvero moltissimo: "Ho vissuto in Albania, Armenia, Bangladesh, Cambogia, Camerun, Francia, Indonesia, Italia, Kenya, Mongolia, Corea del Nord, Romania, Federazione Russa, Somalia, Sri Lanka, Sudan, Yemen", scrive sul sito.

Nel 2000 Tavella aveva acquistato unpodere ed era andato a vivere con la famiglia - moglie e figlia - a Casola Valsenio, sull'Appennino ravennate al confine con la Toscana. E lì Tavella  risultava ancora residente anche se, a quanto pare, il podere lo aveva affittato, dopo averci vissuto per qualche anno. Ma poi aveva ripreso a girare il mondo. Per il Bangladesh era partito dopo Ferragosto. Dal '93 lavorava nella cooperazione internazionale seguendo progetti di sicurezza alimentare e sviluppo di aree rurali per diverse organizzazioni, soprattutto in Asia. Ora era project manager di un team che contava altre cinque persone oltre a lui.