Domenica 5 Maggio 2024

Sudafrica, dopo 20 anni torna libero de Kock, il killer torturatore dell'apartheid

L'ex colonnello della polizia sudafricana guidava uno squadrone della morte agli ordini delle autorità bianche nel periodo dell'apartheid. Fu arrestato nel 1994 quando l'African National Congress vinse le elezioni e Nelson Mandela divenne presidente

L'ex colonnello della polizia sudafricana Eugene de Kock (AFP)

L'ex colonnello della polizia sudafricana Eugene de Kock (AFP)

Pretoria, 30 gennaio 2015  - Sarà scarcerato dietro cauzione dopo oltre vent'anni di reclusione Eugene de Kock, ex colonnello della polizia sudafricana meglio noto con il nome di battaglia di 'Prime Evil', ovvero 'Male Primario' dal titolo di una celebre antologia di racconti dell'orrore, considerato il peggiore serial killer che abbia mai operato al servizio dello scomparso regime dell'apartheid. Annunciato oggi dal ministro della Giustizia, Michael Masutha, il provvedimento era nell'aria da tempo ma l'anno scorso era stato rinviato a più riprese, a causa delle feroci polemiche che ha sempre scatenato in Sudafrica. 

A De Kock, 66 anni compiuti ieri, sono attribuiti più casi di omicidio, tortura, sequestro e violenza di qualunque altro paladino della supremazia bianca ai danni della maggioranza nera. Comandava un'apposita unità speciale contro-insurrezionale, di fatto un vero e proprio squadrone della morte, le cui centinaia di delitti commissionava dal suo quartier generale allestito a Vlakplaas, una tenuta agricola situata una ventina di chilometri a ovest di Pretoria. 

Arrestato nel 1994, lo stesso anno in cui l'African National Congress vinse le prime elezioni a suffragio universale e Nelson Mandela divenne presidente, 'Prime Evil' nel '96 fu riconosciuto colpevole di 89 capi d'imputazione e condannato a 212 anni di prigione per crimini contro l'umanità, da scontarsi nella sezione di massima sicurezza del penitenziario centrale di Pretoria. 

Nel tempo il clima di odio reciproco nel Paese cominciò a stemperarsi, grazie soprattutto all'opera instancabile della Commissione per la Verità e la Riconciliazione, diretta dal reverendo Desmond Tutu, già insignito del premio Nobel per la Pace 1984. Persino de Koch beneficiò di tali cambiamenti, e fu riconosciuto estraneo alle morti di molti attivisti di colore. Lui da dietro delle sbarre cominciò ad assumere un atteggiamento meno oltranzistico, incontrando addirittura i parenti di alcune delle sue vittime, e non esitò ad accusare di aver ordinato innumerevoli reati politici niente meno che Frederik W. De Klerk, ultimo presidente bianco e a sua volta co-vincitore del Nobel per la Pace 1993 insieme a Mandela. 

Ora la libertà provvisoria, che il ministro ha giustificato con "gli interessi del consolidamento e della rappacificazione nazionali", oltre che con il rimorso manifestato infine del beneficiario, e con la sua collaborazione alle indagini. La data dell'effettivo rilascio, e ciò che ne seguirà, rimarranno comunque segreti: non tutti sono disposti a perdonare de Koch.