Giovedì 16 Maggio 2024
GIULIO MOLA
Sport

Suning e Inter, 740 milioni per tornare a vincere

Tourè-Teixeira: ecco il piano. Doppio colpo per vincere subito Il primo è svincolato, il secondo può arrivare in prestito

L'avvento di Suning all'Inter (Olycom)

L'avvento di Suning all'Inter (Olycom)

Milano, 8 giugno 2016 -  Il closing di fine mese, la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione, e poi, finalmente, la nuova Inter «made in China» sarà realtà. Il punto di partenza (che è anche una sorta di speranza dopo trenta mesi di bugie, depistaggi, false promesse e nuovi debiti contratti dal signor Erick Thohir, capace fino all’ultimo di negare persino l’evidenza dei fatti...) è che Mr Jindong vuol fare subito «i fatti» e sembra animato da tante buone e ricche intenzioni: i soldi non gli mancano (anche se non saranno quelli di Ernesto Pelegrini che ha ammesso di aver pensato di rientrare nel club rilevando le quote di Moratti), e forse anche per questo il numero uno di Suning si è già esposto promettendo mari e monti. La sensazione è che effettivamente il re dell’elettrodomestico cinese abbia tutta l’intenzione di spendere.

Ma non perché sia tifoso dell’Inter sin da bambino e impazziva con i gol di Kallon e Ventola (Thohir dixit) ma perché nella sua mente c’è una sola idea: vuole fare affari a più non posso. Vero, questo era anche il proclama del tycoon indonesiano e potrebbe rivelarsi l’ennesimo clamoroso buco nell’acqua o l’illusione di un tizio che non ha capito cosa significhi investire nella pericolosissima serie A, ma stiamo parlando pur sempre di un manager che è partito da un negozio di condizionatori ed è diventato il 402° uomo più ricco al mondo. Basta questo per far sognare i tifosi dell’Inter? No, e bisogna essere sinceri per non illudere subito.

Diciamo allora, non subito. Nel senso che le strategie di calciomercato non cambieranno tutte all’improvviso, o almeno non cambieranno tutte già nella prossima sessione avendo il club di recente firmato un accordo con l’Uedfa per rispettare le regole del Fair Play finanziario. Ai piani alti di corso Vittorio Emanuele, per rendere chiaro il concetto, hanno voluto dare questa spiegazione con un curioso paragone: «È come avere un’aragosta enorme sul tavolo e non poterla mangiare perché si ha il colesterolo alto...». Tradotto: qualche soddisfazione ci sarà, ma non ci si potrà saziare subito.

La Suning saggiamente vuol partire col piede giusto, organizzando un piano di rientro dal «debitone» accumulato negli ultimi anni e che fa parte della maxi- operazione da 740 milioni (ovvero 270 milioni per il 68,55% delle azioni, più 220 milioni di «rosso» con Goldman Sachs e altri 130 prestiti richiesti da Thohir...), ma al tempo stesso cercando di aumentare il fatturato societario, che nelle intenzioni della nuova Proprietà nel 2017 dovrebbe superare i 200 milioni. Come conciliare ciò con un mercato all’altezza? Facendo tutto (e bene) ma a piccoli passi.

E cercando di mantenere il tetto degli ingaggi sotto gli 80 milioni. Perciò si può continuare con la “politica“ dei parametri zero (Yaya Tourè si svincolerà dal Manchster City e potrà finalmente raggiungere il suo mentore Roberto Mancini allontanando l’ombra di Texeira, mentre è sfumata la pista Vilhena cui la società aveva proposto un quadriennale da 800mila euro a stagione) e dei prestiti con diritto di riscatto, sperando in una migliore situazione finanziaria la prossima stagione. Il sacrificio, importante, sarà uno solo: fra Brozovic, Handanovic e Murillo ne partirà solo uno, con il croato molto richiesto, soprattutto dai club inglesi. Maurito Icardi sempre più incedibile e capitan futuro dell’Inter che il 6 luglio rinascerà alla Pinetina.