Spettacolare dirbbling di Steph Curry (AFP)
Bologna, 8 marzo 2016 - Rivedono le stelle (sé stessi?) Golden State Warriors dopo la batosta con i Lakers, cadono invece gli Spurs allenati da Ettore Messina.
L'NBA non dorme mai, davvero e gli ultimi risultati hanno ristabilito gerarchie che domenica notte parevano in bilico.
Così non è, anche perchè un colpo a vuoto, in una stagione regolare che da novembre ad aprile concentra ottantadue partite per ogni squadra. Senza respiro, può succedere di capitare in qualche figuraccia.
I Warriors hanno battuto 119-113 gli Orlando Magic, tornando a segnare e a far sognare, anche se con qualche brivido, avanto solo 111-109 a 52" dal termine prima della rocambolesca tripla di Klay Thompson (27 punti) che ha chiuso i conti. Non sembrano più lo schiacciasassi di qualche mese fa, ma sono riusciti a centrare la 45esima vittoria consecutiva in casa, record NBA. E Steph Curry dopo la figuraccia di Los Angeles? Ha risposto da par suo con 41 punti, 7/11 da 2, 7/13 da 3 punti e 6/7 ai liberi e 13 assist. Stephen è a 294 triple realizzate in stagione, a 6 dalla soglia storica dei 300 tiri da tre punti insaccati.
Ora i GSW hanno un bilancio di 56 vittorie e 6 sconfitte. Si sono ripresi un margine sui San Antonio Spurs, ora a 53 vinte e 10 perse, dopo essere caduti a Indiana. Il ritorno di Ettore Messina da capo allentore pro-tempore dei San Antonio Spurs (la stagione passata fece un ottimo 2-0) non è danato benissimo. La sconfitta a casa dei Pacers 91-99 è figlia della peggior prova al tiro dell'anno degli Speroni, che si sono fermati al 35% dal campo e a un desolante 4/28 da tre. Serata storta e grama, segnata da 49 punti della coppia avversaria Ellis e George.