Giovedì 2 Maggio 2024

Ora Lippi può essere una grande risorsa per il calcio italiano

Come in genere sanno fare solo i grandi, Lippi se ne va da vincitore. Lo aveva già fatto altre volte, lasciò la Juve dopo uno scudetto, la Nazionale campione del mondo, ma questo addio è diverso. E' per sempre. Come spesso gli è successo nella vita, Marcello Lippi ha preso tutti in contropiede. L'età c'entra e non c'entra, oggi sessantasei anni sono pochi per tutti, figuriamoci per un allenatore che lavora seduto su una panchina, evidentemente Lippi non ha più dentro di sé quelle grandi motivazioni che lo hanno sempre accompagnato nella sua straordinaria carriera.

Ci disse un giorno davanti al mare di Viareggio: «Smetterò quando non mi divertirò più e non sarò capace di trasmettere entusiasmo». Evidentemente quel giorno è arrivato. Peccato. Però i cinesi che dalla nostra cultura stanno prendendo il meglio, non lo lasceranno andar via tanto in fretta. Resterà al Guangzhou come direttore tecnico per far crescere Cannavaro e il calcio in Cina.

Almanacchi alla mano, Lippi è il più grande allenatore della storia del nostro calcio, mai nessuno come lui ha vinto in nazionale e con i club. Il personaggio a volte è sembrato scontroso, ma nella notte di Berlino con la coppa del mondo in mano ha risposto umilmente a una telefonata del vostro cronista. Il gesto di un uomo vero. Purtroppo fatichiamo a trovare nel nostro calcio altri Lippi, ma anche altri Capello, altri Sacchi, altri Ancelotti. Anche per questo, se il calcio italiano vuole davvero provare a riformarsi, uno come Lippi deve riportarlo a casa prima possibile per fare della sua esperienza e della sua sapienza, uno dei pilastri di una ricostruzione ancora possibile. Il futuro è di chi ha una grande storia alle spalle.